2016-11-21 12:59:00

Giornata Pro Orantibus: la preghiera sostiene il mondo


In coincidenza con la memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, la Chiesa celebra oggi la Giornata Pro Orantibus: un’occasione per sostenere quanti hanno abbracciato la vita contemplativa e hanno fatto della preghiera la propria missione. Per parlare del significato di questa giornata, Roberta Barbi ha sentito suor Nella Letizia, Madre Superiora del Convento delle Clarisse di Rimini:

R. – La Chiesa ha indetto questa Giornata associandola alla memoria della Presentazione di Maria al Tempio. Mi sembra bello che tutta la Chiesa preghi almeno un giorno all’anno per coloro che si dedicano alla preghiera; credo che lo faccia anche per più di un giorno all’anno, però è un ricordo per dire che anche coloro che vivono una vita dedicata alla preghiera hanno bisogno del sostegno della preghiera di tutti. Questa Giornata è un dono grande.

D. - Come si arriva nel mondo di oggi a fare una scelta definitiva come quella di abbracciare la clausura?

R. - Semplicemente per una vocazione che arriva dal Signore. Noi siamo figlie di Santa Chiara e Santa Chiara diceva questo a coloro che per divina vocazione sono chiamate a questa forma di vita. Il Signore non si è stancato di chiamare perché, nonostante questa società possa sembrare lontana dai canoni della vita cristiana, noi abbiamo appena avuto un altro ingresso; avremo una professione solenne a gennaio… Ci sono giovani che scelgono di seguire il Signore, forse è l’orecchio dei giovani che si è fatto un po’ duro perché impegnato ad ascoltare tante cose, tanti messaggi che ci arrivano anche dai nuovi media. Noi siamo il lievito che fa fermentare la pace; siamo un pugnetto di lievito. Il Signore sa fermentare dalla nostra piccolezza, dalla nostra pochezza, quanto è necessario per il bene di tanti fratelli e sorelle.

D. - Nella Costituzione Apostolica “Vultum Dei quaerere” sulla vita monastica femminile, Papa Francesco afferma che per i contemplativi l’offerta di tutta la propria vita è la risposta in cui Dio ci ama. Ce lo può spiegare?

R. - L’esperienza dell’amore di Dio è grande – dice San Bernardo - la misura dell’amore è amare senza misura: questa è la misura dell’amore di Dio. L’uomo può rispondere certamente con la sua fragilità, ma quando si fa l’esperienza dell’amore di Dio, non si può che offrire tutto se stessi perché la risposta a un amore totale come quello di Dio è offrire la propria vita perché sai che la metti nelle mani di una persona che ti ama infinitamente. Dio è amore; Dio è un padre; vale la pena vivere per Lui, fidarsi di Lui, camminare con Lui.

D. - L’epoca digitale che viviamo, per un contemplativo è un vantaggio?

R. - Sono una francescana e San Francesco ci diceva che da ogni cosa si poteva fare una scala per giungere al trono di Dio. Quindi io credo che lo possa essere, ovviamente con il sale della sapienza, perché come tutte le cose hanno un aspetto positivo e un aspetto non positivo. Noi come comunità già da tanti anni utilizziamo internet – abbiamo un sito del monastero - e vediamo tutta la bellezza del fatto di metterci in comunicazione con tante persone che trovano nella nostra presenza su internet un sostegno, un conforto. Sicuramente c’è del buono e noi cerchiamo di perseguirlo perché ciò che viene dall’uomo, che è creatura di Dio, sicuramente ha anche del buono.

D. – Come si svolge la vostra giornata tipo?

R. – Intanto una giornata tipo non esiste, perché c’è uno scheletro imprescindibile: la preghiera. Preghiamo circa per sette ore al giorno che si dipanano dalla mattina presto fino alle nove e mezzo di sera. Intorno a questi momenti c’è il lavoro, la vita fraterna, che per noi Clarisse è molto importante, quindi la condivisione fraterna non solo del lavoro ma anche di momenti di fraternità, di scambio tra le sorelle. È una giornata intensa; a volte sentiamo le persone dire: “Ma cosa fanno le claustrali tutto il giorno?”. Io dico sempre che non si annoiano, perché hanno una vita intensa tutta centrata sul cardine della preghiera che dà senso a  tutto il resto delle attività.

D. - Invece come vivete questo giorno di festa?

R. - Con tanta gratitudine, come dicevo, perché riceviamo tante telefonate, email, messaggi che ci dicono questo: “Oggi, in modo particolare siete nella nostra preghiera”. Ci sentiamo tanto più vicino al Signore proprio grazie al ricordo di questi fratelli e sorelle che hanno pensato a noi in questo giorno. Per il resto è una giornata di normale lavoro; questa sera festeggeremo con i nostri fratelli francescani; avremo una celebrazione più gioiosa perché condivisa con i fratelli nella semplicità francescana più assoluta.








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