2016-11-21 14:02:00

Aleppo: 250mila civili senza assistenza sanitaria e sotto le bombe


In Siria, violenti combattimenti sono in corso da questa mattina tra i ribelli e l’esercito governativo che sta cercano di sfondare le linee per entrare ad Aleppo est. L’offensiva per la riconquista totale della città ha portato alla distruzione di tutte le strutture sanitarie nelle aree controllate dagli insorti, e oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità torna a lanciare un appello a rispettare la sicurezza degli ospedali. Il servizio di Marco Guerra:

Le truppe di Damasco hanno preso il controllo del cimitero islamico nel quartiere di Al Sheikh Nayar, e del quartiere di Masaken Hanano. Scontri si segnalano invece nel quartiere Al Sheikh Said, dove l'esercito si sta scontrando con i combattenti del Fronte Al-Nusra. L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce di un Aleppo est assediata mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità chiede di nuovo di rispettare la neutralità e la sicurezza delle strutture sanitarie, dopo che i bombardamenti dei giorni scorsi hanno lasciato attive solo piccole cliniche in cui non si possono eseguire interventi chirurgici. Secondo L’Oms, “più di 250 mila abitanti di Aleppo Est, fra uomini, donne e bambini, in questo momento non hanno accesso a cure ospedaliere”. E i bomardamenti sono proseguiti per tutto il fine settimana: morte almeno 60 persone, tra cui una quindicina di bambini. "Entro Natale fuggiranno in 200mila e sarà una nuova catastrofe umanitaria", avverte l’Onu. Sul fronte diplomato è ancora stallo con Obama che mostra pessimismo per le prospettive a breve termine. Nulla di fatto nell’incontro di ieri tra l'inviato dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, e il ministro degli Esteri siriano Muallem, il quale ha rifiutato di riconoscere un’amministrazione autonoma dei ribelli nei quartieri che controllano ad Aleppo. Torna a farsi sentire anche il Presidente turco Erdogan che in sede Nato ha chiesto a Stati Uniti e alleati di rivalutare la proposta di una no-fly zone sul nord della Siria. Ma per un punto sulla situazione umanitaria e dei minori ad Aleppo sentiamo il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini

R. – La situazione è molto complessa, perché l’accessibilità è complessa. E’ difficile - attraverso i nostri team mobili, attraverso i nostri operatori - riuscire ad arrivare, specialmente nei quartieri che sono sotto assedio. Per cui la parte Est che già da settimane era inaccessibile, lo è ancora di più… Ma anche in queste ore i bambini hanno purtroppo bisogno di tutto! Vivono in condizioni igienico-sanitarie molto precarie; anche la situazione alimentare è abbastanza grave e ci sono casi di malnutrizione acuta abbastanza evidenti. E questo all’interno di un quadro in cui la previsione delle Nazioni Unite sugli sfollati e cioè 200 mila entro Natale – appare ottimistica, perché è chiaro che si parla di queste cifre, ma purtroppo potrebbero essere anche maggiori ed andrebbero ad insistere in una zona, che è quella al confine con la Turchia, che naturalmente è una zona piuttosto calda. Non è facile uscire da Aleppo Est ed anche quando si esce da Aleppo Est si incontrano problematiche relative ai check-point, relative a quanto succede ai check-point: non dimentichiamo che se non ci sono delle vie di fuga stabilite, in accordo con le parti e con le Nazioni Unite, le persone rischiano di essere sottoposte a controlli molto rigidi, che hanno anche problematiche enormi. Quindi siamo preoccupati soprattutto per i diritti dei bambini e delle condizioni in cui loro si troveranno in questo ennesimo viaggio-fuga-cammino che dovranno affrontare.

D. – I bombardamenti, che insistono su diverse parti della città, continuano a mietere vittime soprattutto tra i più piccoli. E’ difficile riuscire a mettere in sicurezza le vite di questi bambini?

R. – E’ difficile se si continua a creare una situazione per la quale i corridoi umanitari sono impossibili ed è difficile perché la città è chiusa e i ribelli non lasciano né entrare né uscire, mentre dall’altra parte c’è un bombardamento a tappeto. Voglio ricordare che le strutture sanitarie, di fatto, sono state completamente bombardate e quindi c’è una situazione veramente molto grave, anche dal punto di vista sanitario. Abbiamo visto delle immagini assurde! Sono morti sette bambini soltanto l’altro ieri; ne sono morti altri la settimana scorsa proprio in seguito ai bombardamenti di queste strutture. I medici estraggono i bambini dalle incubatrici, dalle culle, dai letti e li portano fuori… Questa è una guerra che non ha pietà per nessuno, che non guarda in faccia nessuno! In Siria si bombardano - e si sono già bombardati - camion di aiuti: si sono bombardate scuole, con i bambini all’uscita dalla scuola; si bombardano – come abbiamo detto – ospedali e strutture temporanee, in cui spesso i bambini e le famiglie si rifugiano. Sull’evoluzione geopolitica mi sembra che sia tutto fermo e quindi noi facciamo un appello – lo abbiamo fatto anche nelle ore scorse – affinché si dia la possibilità ad Aleppo Est di respirare: il che vuol dire almeno di dare la possibilità di costituire corridoi umanitari per consentire almeno alle famiglie di andare via.

D. – E’ un appello rivolto sia al governo, che continua a bombardare queste zone, sia ai ribelli che – come dicevi – non consentono l’uscita dei civili da queste zone: i civili fungono da scudi umani…

R. – Diciamo che vengono utilizzati come scudi umani già dall’inizio della guerra in alcune zone e questo purtroppo fa parte delle situazioni del conflitto. Ecco perché noi facciamo il nostro appello, perché trovare un meccanismo che possa salvare le vite di queste persone, facendole uscire da questo territorio, facendole andare sempre più a nord, verso la Turchia, potrebbe essere la soluzione migliore. Ma la previsione di questo esodo da Aleppo, in realtà, era stata fatta da Staffan de Mistura, il mediatore proprio per la Siria, qualche mese fa, il quale prevedeva che proprio in questi mesi ci sarebbe stato l’ennesimo esodo della popolazione da Aleppo e si sta verificando proprio questo.








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