2016-11-13 10:48:00

Con Messa di p. Sosa, chiusa Congregazione generale Gesuiti


È stata celebrata ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma la Messa per la chiusura della 36.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù. L’Eucaristia di ringraziamento è stata presieduta, assieme ai delegati e ai gesuiti residenti in città, dal Superiore della Compagnia, padre Arturo Sosa, che nella sua omelia ha ricordato come gli esercizi spirituali di S. Ignazio si fondino sulla contemplazione come strumento attraverso il quale raggiungere l’amore. L’amore è ovviamente quello del Signore, che mandando suo Figlio nel mondo vuole farsi conoscere come Colui che è amore: “L’amore si deve dimostrare più nelle opere che nelle parole – ha detto p. Sosa – ed è uno scambio dove ciascuno dona tutto ciò che ha e tutto ciò che è”.

“Sconvolti dalle testimonianze dei fratelli nelle zone di guerra”
Il sacerdote ha poi raccontato come tutti i partecipanti siano rimasti sconvolti “dalle testimonianze dei nostri fratelli in condizioni di guerra”. Le ferite delle guerre, infatti, fanno crescere i flussi dei rifugiati e aumentano le sofferenze dei migranti. “Le disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni sono il segno del mondo che disprezza l’umanità”, ha detto, precisando che la politica intesa come arte della negoziazione per il bene comune “continua a indebolirsi”.

“Vedere il mondo attraverso gli occhi del povero”
“Il nostro discernimento – ha proseguito padre Sosa – ci fa vedere il mondo con gli occhi dei poveri e ci spinge a collaborare con loro per costruire la vita vera, ci invita ad andare nelle periferie del mondo e capire da lì come affrontare la crisi che mette a rischio la vita sulla Terra”. Questo è stato indicato dal sacerdote come il rinnovato impegno della Compagnia di Gesù, strumento efficace per combattere la superficialità e l’ideologia: predicare il Vangelo dappertutto, sempre consolati dall’amore di Dio. (R.B.)








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