2016-11-10 13:34:00

Usa, proteste contro Trump. Vescovi: difenda vita e poveri


Gli Stati Uniti e il mondo intero attendono l’incontro di oggi a Washington tra il presidente uscente Barack Obama e il neoeletto Donald Trump. Un comunicato della Casa Bianca spiega che il faccia a faccia, previsto per le nostre 17.00 al 1600 di Pennsylvania Avenue, punta ad “assicurare una regolare transizione di potere”. La Conferenza episcopale statunitense, col suo presidente mons. Joseph E. Kurtz, si è congratulata con Trump e con i nuovi eletti del Congresso. “Adesso comincia la responsabilità di governare nell’interesse comune”, ha scritto il presule citato dall'agenzia Sir, auspicando che il nuovo presidente possa “attivarsi per proteggere la vita umana dal suo inizio fino alla sua conclusione naturale”, che i migranti e rifugiati possano “essere accolti con umanità, senza per questo sacrificare la sicurezza” e che la nuova amministrazione si impegni “sul tema della libertà religiosa”. Il servizio di Giada Aquilino:

Lo aveva detto nel primo discorso a caldo, subito dopo il risultato elettorale, lo ha ripetuto in un Tweet sul suo profilo ufficiale. Donald Trump assicura che sarà il presidente di tutti: “Le donne e gli uomini che sono stati lasciati indietro – ha scritto - non lo saranno più”. Uniti, dunque, “come mai prima d’ora”, ribadisce. Lo staff del 45.esimo inquilino della Casa Bianca ha intanto aperto un sito web e un altro account Twitter per informare gli americani sulla futura amministrazione, www.greatagain.gov e @transition2017, sui quali si invita a lavorare “insieme” per “rinnovare il sogno americano”. Eppure in tutti gli Stati Uniti non sono mancate le proteste contro l’elezione del magnate newyorkese:

(voci) “Not my president, not my president”…
Lo slogan è stato: “Not my president”. A Washington, di fronte la Casa Bianca, i dimostranti hanno dato vita a una veglia lungo Pennsylvania Avenue. Gente in strada a Los Angeles, San Francisco, Chicago, Boston, Philadelphia. A Seattle, nello stesso quartiere in cui si svolgeva una manifestazione, in una sparatoria – pare non collegata alle proteste secondo la polizia – sono rimaste ferite cinque persone, una delle quali in modo critico. Diverse le dimostrazioni soprattutto a New York, davanti la Trump Tower sulla Fifth Avenue, dove si trova l'abitazione del nuovo presidente. Paralizzato per ore il traffico nella zona, tensione e arresti, proprio mentre la candidata democratica Hillary Clinton prendeva la parola dopo aver visto infranto il sogno di una prima donna alla Casa Bianca:

“I congratulated…
Mi sono congratulata con Donald Trump e impegnata a lavorare con lui per il bene del Paese”. La Clinton si è detta “delusa” dall’esito elettorale ma, parlando di una donna presidente in futuro, ha ribadito: “Non abbiamo ancora rotto il più alto e più duro soffitto di cristallo ma un giorno succederà”. Anche Barack Obama, pur sottolineando di avere “idee differenti”, ha voluto parlare con Trump:

“I had the chance…
Ho avuto l’occasione di parlare con il presidente eletto Trump, per porgergli le mie congratulazioni e l’ho invitato alla Casa Bianca perché possiamo parlare, al fine di garantire una buona transizione tra le nostre due presidenze”.

Continuano intanto le reazioni in tutto il mondo. Sui mercati finanziari, dopo l’accelerazione fatta registrare da Wall Street, buon rialzo nelle ultime ore per le borse europee. Sul piano politico-diplomatico, il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha sottolineato come Bruxelles si aspetti da Trump “che faccia chiarezza sulle proprie intenzioni” a proposito di politica commerciale globale e clima, mentre l’alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha invitato i ministri degli Esteri comunitari ad una cena informale domenica sera, a Bruxelles, per parlare del futuro delle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolineato come la partnership con gli Usa rimanga “la pietra angolare” della politica estera di Berlino. Israele ha fatto sapere di vedere in Trump “un amico sincero”. Da Ramallah, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, dopo essersi congratulato, ha ricordato che l'unica via è la soluzione dei due Stati per trovare quella pace in Medio Oriente che augura a Trump di raggiungere durante il suo mandato. La Cina assicura di voler mantenere relazioni bilaterali “solide e stabili” con Washington.








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