2016-11-09 12:22:00

Ex-Snia, periferia da tutelare. Parroco: "Troppe promesse"


Reportage nella periferia romana di via Prenestina: Parco delle Energie nell'area dell'ex Snia, fabbrica nata nel 1923 e chiusa nel 1955. Quattordici ettari di terreno che hanno fatto gola ad ogni genere di speculazione edilizia. Come ritrovare una identità.

La tutela di un'area ex industriale e naturalistica

Con Carlo Cellammare, docente di Urbanistica a La Sapienza, e incontrando la gente che abita nel quartiere o lo frequenta, scopriamo una periferia storica nel quadrante est di Roma, una ricchezza che pochi conoscono. All’inizio degli anni novanta nel sito avrebbe dovuto nascere un centro commerciale, nonostante non fosse destinato a questo. Durante i lavori di scavo venne intercettata una falda acquifera di un fiume sotterraneo che parte da Colli Albani e arriva nell’Aniene. Affiorò un lago attorno al quale si è sviluppata una biodiversità insospettata. Il cantiere fu bloccato. Cavalcando l'onda dei mondiali di nuoto del 2009, vi avrebbero dovuto costruire delle piscine con un indotto di residence e ulteriori colate di cemento. Poi ancora il progetto di un campus universitario effettuato da un privato che avrebbe affittato a prezzi esorbitanti fuori mercato. Via via la mobilitazione degli abitanti - che nel territorio ha messo in circolo una serie di energie culturali, artistiche, musicali, ludiche, di solidarietà, inclusione sociale, sostenibilità - ha sventato tutti i progetti, compreso l'ultimo che prevedeva l'innalzamento di quattro torri di cento metri ognuna. Attualmente siamo alle battute finali dell'istruttoria che dovrebbe portare al riconoscimento dell'intera area (lago più fabbrica dismessa) come monumento naturale. 

Guardare davvero al bene dei cittadini 

"Ci sono state troppe promesse disattese in merito alla questione dell’area ex-Snia Viscosa", denuncia il parroco di zona, Don Vito Di Nuzzo. "C’è tutta una cultura da cambiare. Finché noi troviamo nelle amministrazioni le lotte che non sono per il bene dei quartieri ma solo per la difesa dei propri interessi, non arriveremo mai ad essere dei sereni cittadini. Tutti, trasversalmente, devono pensare al bene dei cittadini". E continua lamentando che "in un'area che è davvero un polmone nel quartiere, il verde è buttato lì, rifugio per senza fissa dimora. Sono stati effettuati anche degli sgomberi ma non è così che possiamo andare avanti". Apprezzando l'opera di chi si sforza per dare vivibilità e vitalità a questo territorio, Don Vito lancia un appello: "Lo stato di abbandono di luoghi come questo non fa bene soprattutto agli anziani, che qui non trovano dei punti di riferimento e noi come parrocchia cerchiamo di sostenerli, ma il lavoro è tanto".








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