2016-11-03 14:20:00

Al via Forum informazione su salvaguardia del creato


“Sentinelle del clima” è questo il tema del XIII Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia del creato, promosso dall’associazione onlus Greenaccord che si è aperto questa mattina a Frosinone. All’incontro, che si concluderà domenica, partecipano oltre 100 giornalisti arrivati da tutto il mondo. Il servizio di Marina Tomarro:

Capire a 12 mesi dalla storica conferenza sul clima a Parigi cosa sia stato fatto davvero, quali degli accordi presi siano poi stati portati avanti dai leader dei Paesi partecipanti, in vista del prossimo incontro che si svolgerà a Marrakech tra pochi giorni. E’ questo il tema centrale del XIII Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia del creato. "Per abbassare l’anidride carbonica - ha spiegato Renè Castro direttore aggiunto Fao che ha aperto l’incontro - dobbiamo piantare più alberi e abbassare l’uso di fertilizzanti. Nel nostro Paese il Costa Rica, educhiamo i produttori alla sostenibilità, attraverso un uso ragionato dell’acqua, un utilizzo migliore del terreno e una riduzione dei rifiuti che diventano materiale di riciclo”. Castro ha inoltre sottolineato il grave problema della deforestazione presente soprattutto in America Latina che comporta poi delle conseguenze enormi sull’ambiente, ma anche la necessità di rendere sempre più ecologiche le città, dato che è in crescita una emigrazione dalle campagne ai centri abitati. E diventa fondamentale per un futuro migliore, creare elementi di benessere e qualità della vita, come ha sottolineato Robert Costanza docente alla Australian National University. “In questo momento - ha spiegato il docente - stiamo lavorando sul concetto che l’atmosfera appartiene a tutti e stiamo cercando di coinvolgere in questo le varie organizzazioni a livello mondiale, premiando chi mantiene un Co2 basso e dando delle penalizzazioni simboliche a chi lo supera. Lavoriamo per le generazioni che verranno, il loro futuro è nelle nostre mani”. Il commento di Riccardo Valentini, presidente del Centro Euro Mediterraneo sui cambiamenti climatici:

R. – Il processo di Parigi è appena iniziato, quindi abbiamo raggiunto un punto molto importante senza dubbio - quello della ratifica dei Paesi interessati all’accordo, avvenuta poco tempo fa - per iniziare il processo, però non abbiamo ancora effettivamente messo in campo quelli che sono gli strumenti dell’accordo che dovranno essere decisi definitivamente nel 2020. Quindi c’è da aspettare ancora qualche anno perché le regole scritte nero su bianco siano implementate. Quindi, come sempre, un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Un passo avanti è stato fatto, il più importante, ed è quello di aver messo insieme questa volta tutti i Paesi e non soltanto quelli classici, industrializzati come nel Protocollo di Kyoto. Ci sono tutti i Paesi, compresa la Cina, che è sicuramente il più grande player mondiale per le emissioni di gas serra. Lavorare tutti insieme per avere una visione globale credo che sia uno dei risultati più importanti. C’è ancora tanto da fare perché li obiettivi da raggiungere sono ambiziosi e importanti; d’altronde non abbiamo scelte se vogliamo rimanere con un riscaldamento all’interno dei due gradi centigradi o addirittura di un grado e mezzo entro la fine del secolo; questo proteggerebbe anche le piccole isole del Pacifico. Per raggiungere questi obiettivi bisogna muoversi, correre ed ora è arrivato il momento di accelerare il più possibile. Io credo che siamo ancora un po’ lenti. La mia nota è un po’ critica: dobbiamo fare molto di più di quello che stiamo facendo.

D. - Quali sono le urgenze in questo momento?

R. - L’urgenza più importante è quella di cambiare modello di energia, quindi investire sempre di più su energie rinnovabili, sull’efficienza energetica, su un’economia circolare, cioè di riuso e riciclo dei prodotti, di attenzione alle foreste tropicali e ridurre in particolar modo la deforestazione. Quindi abbiamo tanti settori, non ce n’è uno solo; dobbiamo agire su tutti i settori con una concezione che è quella che poi Papa Francesco ha espresso straordinariamente nella sua Enciclica: la protezione di questo bene comune, il nostro Pianeta, la nostra natura.

D. - Cosa ci si aspetta da Marrakech invece?

R. - A Marrakech ci sarà una conferenza di natura tecnica; ci si aspetta che queste regole vengano messe nero su bianco. Quindi non ci aspettiamo nessun grande sconvolgimento politico se non una maggiore attenzione a quelle che saranno le regole da scrivere insieme. Un altro tema importante è questo: gli obiettivi che sono stati inseriti nell’accordo di Parigi sono ancora insufficienti a mio avviso. Questo forse ritornerà a Marrakech come un tema preponderante.








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