2016-10-30 17:34:00

Il Cnr: l'Appenino si sta sollevando, frattura nella montagna


“Una stessa faglia ma tre terremoti diversi". Paolo Messina, direttore dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr, spiega come mai le tre grandi scosse che hanno colpito l'Italia centrale, il 24 agosto, mercoledì scorso e ieri mattina, siano state di intensità così forte, addirittura crescente. L'intervista è di Alessandro Guarasci:

R. – Sta succedendo che la faglia che ha dato origine ai terremoti del 24 agosto e a quelli del 26 ottobre si è riattivata nel tratto centrale: prima si è mosso il settore meridionale – quindi Accumoli, Amatrice – poi quello settentrionale, tre giorni fa, e adesso, ieri mattina, ha dato origine a questo fortissimo terremoto nella zona di Norcia.

D. – Secondo lei, dobbiamo aspettarci qualche altro evento?

R. – Questa è una domanda cui è molto difficile rispondere, perché noi non sappiamo quanta energia è ancora accumulata lungo la faglia: non sappiamo se è stata dissipata completamente dagli ultimi eventi o se ancora c’è una qualche energia che possa dare origine anche a terremoti di una certa importanza. Quindi è una domanda cui è molto difficile rispondere. Sicuramente ci saranno tutta una serie di scosse, quelle cosiddette di assestamento, come stiamo vedendo anche in queste ore, che danno origine a sismi anche di magnitudo superiore a 4.

D. – Ma strutturalmente com’è cambiato il territorio, il terreno del Centro Italia? E soprattutto l’Italia si sta spostando?

R. – L’origine di questi terremoti sta proprio nel fatto che tutto l’Appennino si sta sollevando e si sta – mi passi il termine – dilatando. Questi movimenti fanno scendere in modo istantaneo dei grossi settori di crosta terrestre: questo collasso avviene istantaneamente e determina, appunto, l’evento sismico. Quindi c’è un abbassamento istantaneo di un settore rispetto ad un altro, esattamente dove la faglia arriva anche in superfice, per terremoti così forti. Adesso dei colleghi che sono sul terreno mi dicono che c’è una frattura che ha dato luogo ad uno scalino di una cinquantina di centimetri per alcuni chilometri: quindi una deformazione del terreno molto, molto sensibile.

D. – Questo in che località?

R. – Nella zona epicentrale del terremoto.








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