Una legge “ingiusta e selettiva”, che “gonfia il ruolo del mercato a danno dello Stato”. Sono durissimi i vescovi del Brasile verso la “Pec 241”, il provvedimento legislativo promosso dal Governo del nuovo Presidente Michel Temer, già approvato dalla Camera ed ora al vaglio del Senato, che per diminuire il debito pubblico - riporta l'agenzia Sir - mette un tetto di spesa per i prossimi 20 anni su capitoli fondamentali, come l’educazione, la salute, le infrastrutture, la sicurezza.
La legge fa pagare il conto del debito fuori controllo a lavoratori e poveri
La presa di posizione è giunta attraverso una conferenza stampa tenuta a conclusione
del Consiglio permanente della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb). Vi hanno preso
parte il presidente della Cnbb, dom Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, il vicepresidente
dom Murilo Krieger, arcivescovo di Salvador di Bahia, il segretario generale dom Leonardo
Ulrich Steiner, vescovo ausiliare di Brasilia. La nota presentata durante la Conferenza
stampa fa notare che la legge, se approvata, impedirà “qualsiasi aumento di investimenti
in settori primari per vent’anni”. Mentre, allo stesso tempo, il provvedimento non
prevede alcun tetto per altri settori, come le rendite finanziarie. Per questo la
Pec 241 viene considerata “ingiusta e selettiva. Fa pagare il conto del debito fuori
controllo ai lavoratori e ai poveri”, mentre non tocca i privilegi di chi detiene
il potere finanziario e non tassa i grandi capitali.
Il limite di spesa su educazione e salute compromette l’ordine costituzionale
Nel lamentare l’eccessivo ruolo dato al mercato, la nota fa riferimento alla Dottrina
sociale della Chiesa, che considera il rischio dell’idolatria del mercato mettendo
in evidenza la sua incapacità, da solo, di dare risposte alle necessità delle persone.
Secondo i vescovi il limite di spesa su educazione e salute compromette l’ordine costituzionale.
Da qui la richiesta di rovesciare in Parlamento il cammino del progetto di legge e
di poter dare vita nel Paese ad un dibattito ampio e democratico. “Pesa sul Senato
la responsabilità di dialogare con la società sulle conseguenze della legge”. La nota
della Cnbb si conclude confermando la disponibilità ad accompagnare il processo, mettendosi
a disposizione “per cercare una soluzione che garantisca il diritto di tutti e soprattutto
dei più poveri”. (R.P.)
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