2016-10-28 13:31:00

Cina. Plenum del partito: Xi Jinping, cuore della leadership


Il Presidente cinese, Xi Jinping, al termine del sesto Plenum del Comitato centrale del Partito Comunista Cinese, conclusosi a Pechino, è diventato ufficialmente il 'nucleo' della leadership del Partito. La nomina, ampiamente prevista alla vigilia del meeting a porte chiuse dei leader del Comitato Centrale, rafforza il potere di Xi Jinping, come più importante leader della sua generazione, ma non solo. Nel comunicato finale del Plenum viene sottolineato che  tutti i membri del partito devono "riunirsi attorno al Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese con Xi Jinping come nucleo", e si da il via alla preparazione del prossimo congresso nazionale del partito che si terrà nella seconda metà del 2017 a Pechino. La nuova definizione di Xi, gli permetterà di avere potere assoluto su dimissioni e promozioni del Comitato centrale. Dalla sua salita al potere, avvenuta nel 2012, Xi Jinping, ha accumulato sempre più cariche nel Partito, essendo stato nominato sia Presidente di Stato, che presidente della Commissione Militare. Inoltre è a capo delle riforme economiche del Paese. Ascoltiamo il commento di Francesco Sisci, editorialista di Asia Times al microfono di Marina Tomarro:

R. – Questo Plenum del partito innanzitutto forse era importante perché metteva i paletti e le regole per poi arrivare al Congresso dell’anno prossimo che dovrebbe portare cambiamenti e dovrebbe avere una grande infornata di nuovi dirigenti del Paese e, alla luce anche della campagna anticorruzione che è in corso ormai da 4, 5 anni, un rimescolamento completo del Comitato centrale e dell’ufficio centrale del Politburo. Questo si poteva ottenere in due modi, a spanne: o introducendo regole - ci sono regole molto rigide per promozioni e rimozioni - oppure accentrando il potere in una persona che ha maggiori poteri discrezionali nella scelta del nuovo gruppo dirigente. Si è scelta la seconda cosa, quindi Xi Jinping avrà per l’anno prossimo maggiori poteri discrezionali nella scelta del nuovo gruppo dirigente. Infatti l’altro elemento importante che è emerso è che la storia cinese è stata divisa in tre periodi: il periodo guidato da Mao, il periodo guidato da Deng Xiaoping e il periodo oggi guidato da Xi Jinping.

D. – Come è  stata favorita questa ascesa?

R. – E’ stata favorita nella maniera tipica del partito comunista, cioè con una campagna politica massiccia e anche favorita dalla campagna anticorruzione. La campagna anticorruzione da una parte ha introdotto nuove regole per l’amministrazione del Paese e dall’altra parte ha eliminato i rivali potenziali al potere di Xi Jinping e Xi Jinping stesso ha accentrato i poteri.

D. – Uno dei temi caldi è stato anche il tema della corruzione nei processi di promozione interna al partito. Che cosa succederà adesso?

R. – Questo ultimo anno, che porterà poi al Congresso del partito dell’anno prossimo, potrebbe vedere una intensificazione dei processi contro la corruzione. Primo, per identificare lo spirito giusto con cui si affronterà il Congresso dell’anno prossimo; secondo, oggettivamente, per eliminare potenziali rivali sia in termini personali ma soprattutto in termini di idee. E qui però c’è la grande domanda, perché noi non sappiamo, per il Congresso dell’anno prossimo, cosa voglia fare davvero Xi Jinping. Noi sappiamo che vuole una riforma delle imprese di Stato. C’è chi chiede una forma di privatizzazione, quindi un ritiro della forza corruttiva dello Stato dalle imprese di Stato, però questo significa attaccare gruppi di potere molto, molto consolidati.

D. – Questi fatti quali conseguenze porteranno sui mercati mondiali? La Cina è una delle potenze più forti in questo momento…

R. – Diciamo che adesso questo consolidamento di potere mi sembra rassicuri i mercati e il mondo per il prossimo anno. Altro elemento di rassicurazione molto forte è questa collaborazione che si è avuta proprio nelle ultime settimane con l’America sulla questione nordcoreana. Dopo averla trascurata per un po’ la questione nordcoreana è tornata al centro degli scambi con gli Stati Uniti e  questo credo sia un elemento molto positivo. Terzo elemento molto positivo è questo intensificarsi dei rapporti con Papa Bergoglio e che ha conseguenze positive per tutti, per la Chiesa, etc., ma io direi anche rassicura i mercati perché getta un po’ un ponte di stabilità, di lungo termine tra la Cina e il mondo.








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