2016-10-23 11:48:00

Caritas Libano: Paese accoglie i profughi ma è allo stremo


Il Libano è uno dei Paesi più colpiti dalle guerre in Siria e Iraq: in oltre quattro anni, il Paese dei cedri ha ospitato quasi 1,6 milioni di rifugiati siriani e deve affrontare tutti gli squilibri demografici, economici, politici e di sicurezza connessi. Tante anche  le famiglie di cristiani iracheni giunti da Baghdad, Mosul ed Erbil, per non parlare degli esuli palestinesi. Il Libano conta circa 4,4 milioni di abitanti e appare sempre più in difficoltà  come ci riferisce padre Paul Karam, direttore della Caritas libanese, al microfono di padre Leszek Gesiak, responsabile del Programma polacco della Radio Vaticana:

R. – La situazione sicuramente non è molto facile: è una realtà molto tragica, perché l’aumento dei profughi che vengono dalla Siria crea tanti problemi alla società libanese che già ha altri problemi al suo interno: iniziando dalla sicurezza, passando per l’aspetto sociale e quello educativo – ci sono tanti bambini che non vanno a scuola: tanti genitori, a loro volta profughi, preferiscono che vadano a lavorare o a chiedere l’elemosina alla gente … Ma se – ad esempio – un bambino non va a scuola, sarà facile vittima delle idee fondamentaliste. La situazione è tale da richiedere maggiore attenzione per poter dare aiuto a questa gente. C’è l’aspetto della salute – soprattutto – poi l’aspetto della vita quotidiana – assicurare il cibo e i kit igienici – e poi ci sono malattie croniche o altro che hanno bisogno di cure. Anche i libanesi non hanno accesso a questo! Noi adesso sentiamo che la gente dice “basta”, cosa che non accadeva nel 2011, nel 2012, nel 2013: “Adesso non possiamo più sopportare”. La gente grida: “Noi siamo poveri, abbiamo bisogno di aiuto come loro!”. Come dico sempre: le necessità sono enormi e le capacità sono molto limitate.

D. – Voi state toccando direttamente il problema della guerra. In che ambito si svolge il lavoro della Caritas Libano?

R. – Noi abbiamo degli operatori sociali che ci aiutano e fanno un gran lavoro. Infatti, loro vanno a fare le inchieste per capire quali siano le necessità, sia nelle famiglie sia a livello individuale. Noi chiediamo sempre aiuto al network di Caritas nel mondo e posso dire un grande “grazie” a chi lo gestisce, perché sappiamo che loro hanno anche altri problemi. Ma con questi progetti ci aiutano molto a consolidare l’aspetto umano e a dare un piccolo aiuto a queste persone che hanno bisogno. La Caritas sta lavorando molto. Ricordo che la Caritas è l’organismo unico e ufficiale della Chiesa cattolica in Libano; ma ci sono tante sfide: perché quando tu vedi ogni giorno l’afflusso dei profughi – e io non parlo soltanto dei siriani, ma anche gli iracheni, di cui nessuno parla; oppure la situazione nei campi palestinesi: forse è una situazione un po’ dimenticata – questo non è giusto. Qualora ci fosse un bel cammino per rinforzare la pace, deve essere per fermare questa guerra e non per infliggere ancora ferite a questa gente!








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