2016-10-22 12:03:00

Furlan (Cisl): bene il dietrofront sull'emersione dei contanti


"Un Patto sulla questione industriale tra gli attori della fabbrica", un "patto per la crescita". La proposta arriva dal presidente dei Confindustria Vincenzo Boccia, che dal palco del convegno dei giovani imprenditori a Capri, si rivolge direttamente ai leader di Cgil, Cisl e Uil. Una proposta che arriva a pochi giorni dalla presentazione della legge di Bilancio. Tra le novità dell'ultima ora le modifiche al decreto fiscale sull'emersione dei contanti. Salterebbe l'aliquota unica del 35 percento, per tornare all'obbligo di indicare la provenienza delle somme versate. Alessandro Guarasci ha sentito il segretario della Cisl Anna Maria Furlan:

R. – Io credo che sia meglio così. Noi abbiamo bisogno di fare grandi battaglie contro l’evasione fiscale; quindi condivido il fatto che si torni indietro su un aspetto che avrebbe avuto – secondo me – ricadute sicuramente non positive dal punto di vista del messaggio del valore dell’equità e del valore della legalità.

D. – Lei ieri ha detto che il governo ha rispettato i patti per quanto riguarda le pensioni; secondo lei, li ha rispettati anche per quanto riguarda i giovani? Ha visto anche c’è stata anche la diatriba tra Boeri e il ministro Poletti…

R. – Sì, non voglio entrare nella diatriba. Dico però una cosa: i sette miliardi sulla previdenza sono per le questioni che interessano i giovani, per quelle che interessano i lavoratori abbastanza vicini all’età pensionabile, e anche per quelle che riguardano gli anziani. Sono state date risposte a tre generazioni; il cumulo gratuito dei contributi è una cosa molto rilevante e molto importante per i giovani. La flessibilità in uscita per i lavoratori e le lavoratrici ripristina un elemento di equità: e cioè riconosce che non tutti i lavori sono uguali, e dà un po’ di ossigeno ai tanti pensionati e alle tante pensionate del nostro Paese che da sedici-diciassette anni non hanno la rivalutazione della loro pensione, e vivono con 7-800 euro al mese. Quindi, questa prima parte che noi abbiamo trattato ha proprio l'ambizione di mettere insieme le generazioni. Per troppi anni in questo Paese sono state dati ai giovani dei messaggi molto negativi, che hanno rischiato davvero di rompere la coesione sociale e il patto tra le generazioni.

D. – Insomma, secondo lei, è una legge di bilancio che punta allo sviluppo?

R. – Io credo che vi siano questioni molto positive. Innanzitutto i sette miliardi sulla previdenza, che agevolano anche tra l’altro nuova occupazione per i giovani, aiutando i lavoratori e le lavoratrici anziane ad andare in pensione. Ma credo che sia altrettanto positivo quello che il governo finanzia sulla detassazione della contrattazione di secondo livello, e anche ovviamente sulla produttività. E non c’è dubbio che queste iniziative aiutano e sostengono.

D. – Però manca un intervento sull’Irpef, che sarebbe stato molto importante anche per rilanciare i consumi…

R. – Questa è la grande lacuna della manovra finanziaria. Noi avremmo voluto, già da subito, un intervento importante sull’Irpef, e non solo per una questione di equità. Il 75 percento delle nostre imprese lavora per i consumi interni, ed è ovvio che si consuma quando si hanno risorse per poterlo fare. Noi chiediamo al governo immediatamente di aprire un tavolo di confronto, esattamente come ha fatto sulla previdenza, anche per rivedere il fisco italiano: per renderlo più equo, più giusto, e per rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori e dei pensionati. 








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