2016-10-20 13:14:00

Silenzio della sonda Exomars, ma la missione non è un insuccesso


Ancora nessuna notizia della sonda Schiapparelli inviata su Marte e della quale, a cinquanta secondi dall’atterraggio, si sono perse le tracce. Il modulo spaziale, che fa parte della missione europea Exomars, è  riuscito ad entrare correttamente nell’atmosfera marziana anche se si ignora se sia riuscito ad atterrare. “Comunque già questo può essere considerato un successo”, spiega l’astrofisico Giovanni Bignami, intervistato da Federico Piana:

R. – Bisogna vedere la missione nel suo complesso. La missione consisteva della parte più importante, che è quella che si metteva in orbita intorno a Marte; di questa parte si parla forse troppo poco, ed è appunto giusto ricordare che è quella che porta il maggior carico scientifico, ed è un successo completo: cioè è andato perfettamente in orbita intorno a Marte, cosa che non è banale. È il secondo oggetto orbitante che l’Europa mette intorno a Marte. Il modulo di discesa era appunto un modulo per studiare le difficoltà della discesa su Marte, non aveva delle finalità scientifiche importanti. Sicuramente comunque – adesso non so come andrà a finire, perché potrebbe ancora trasmettere dei dati –; ma certamente ha svolto anche lui una parte importante della missione: ci ha spiegato come fare per entrare e iniziare la discesa. Cosa sia successo nelle parti finali, non lo sappiamo ancora. Quindi sicuramente si può dire che la missione nel suo complesso è andata bene; non è stata al 100% da quello che sappiamo finora, vediamo se si sveglia.

D. – I vantaggi di questa missione quali saranno?

R. – Soprattutto, come del resto era previsto perché il modulo di atterraggio aveva batterie solo per pochi giorni, il grosso della scienza e della tecnologia viene dalla parte orbitante, che per esempio misurerà del metano su Marte: uno dei gas più rari nell’atmosfera di Marte. Ricordo a tutti che il metano è un gas che non dura tanto tempo in una qualunque atmosfera - dopo un po’ si rompe -; quindi se è presente vuol dire che viene continuamente prodotto. La domanda è che cosa lo produce: certamente potrebbe essere qualche fenomeno vulcanico, ma sulla Terra la maggioranza del metano è prodotto da fenomeni biologici. E quindi potrebbe essere un forte indicatore di vita assolutamente elementare, tipo cellulare, su Marte.

D. – Quindi, professore, possiamo dire che anche se non darà i dati – non li comunicherà – questa missione è una missione che è propedeutica ad altre missioni su Marte?

R. – Assolutamente sì, la missione Exomars completa è fatta di due parti: questa è la prima, mentre la seconda sarà tra qualche anno; e sarà ancora più accurata con potenziali misure ancora più avanzate di ricerche di vita su Marte. Mi lasci aggiungere che è stato un grosso successo comunque per l’Italia, dal punto di vista industriale e tecnologico: l’Italia ha investito molto in questa missione. Ma tutta la parte di funzionamento globale della missione è andata molto bene. Per la nostra industria è una cosa molto positiva; e lo stesso per gli scienziati dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofica) e dell’Asi (Agenzia spaziale italiana).








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