“I cristiani e gli appartenenti ad altre minoranze etniche e religiose in Medio Oriente sono sull'orlo della distruzione totale. Fermare la violenza nel nome di Dio”. Questo l’allarme pronunciato all’Onu dall’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, nel suo intervento sulla situazione in Medio Oriente e sulla questione palestinese. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Risolvere la questione israelo-palestinese
Mons. Auza esprime forte preoccupazione per lo stallo
dei negoziati israelo-palestinesi, arenatisi quando gli sforzi diplomatici dovevano
invece puntare alla soluzione dei due Stati all’interno di confini internazionalmente
riconosciuti. Il presule spiega come sia necessaria un'unità di governo in Cisgiordania
e Gaza, attualmente amministrate rispettivamente da Fatah e Hamas, essenziale per
far progredire i negoziati di pace. Lo scopo è anche quello di affrancare la Palestina
dagli aiuti internazionali destinati a una popolazione ora totalmente dipendente dagli
interventi umanitari.
Il Medio Oriente oggi terra di violenza e disumanità
Mons. Auza allarga poi il suo discorso all’intero
Medio Oriente, la regione che da culla della civiltà e luogo di nascita di Ebraismo,
Cristianesimo e Islam, è oggi diventato teatro di incredibile brutalità. Il totale
disprezzo della diritto umanitario internazionale – sottolinea rappresentante della
Santa Sede – ha raggiunto livelli allarmanti di disumanità. Scuole, ospedali, convogli
umanitari, operatori umanitari e dell’informazione sono il costante bersaglio di attacchi
indiscriminati. I cadaveri sotto le macerie e i profughi erranti sono una chiara testimonianza
di questo cinico disprezzo e calpestio delle normative internazionali umanitarie.
Con il Papa per un’immediata tregua in Siria
Mons. Auza riprende il recente appello di Papa Francesco
per una tregua immediata ad Aleppo e in altre zone della Siria, perché si arrivi ad
un duraturo e immediato cessate il fuoco, per permettere l'evacuazione dei civili,
soprattutto bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti feroci. Noi
continuiamo a discutere – afferma con amarezza mons. Auza – mentre i cristiani e i
membri di altre minoranze etniche e religiose in Medio Oriente sono sull'orlo della
distruzione totale, con le loro chiese, monasteri, monumenti e oggetti di culto, molti
dei quali già ridotti in polvere e macerie. Per fermare lo spargimento di sangue e
la distruzione – conclude – occorre la collaborazione di tutta la comunità internazionale.
Bisogna interrompere il flusso di armi e munizioni e promuovere a tutti i costi dialogo,
negoziati, assistenza umanitaria, solidarietà e rispetto dei diritti umani fondamentali.
No, infine, alla violenza in nome di Dio.
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