2016-10-20 10:53:00

Mater Misericordiae nei grandi pittori del Rinascimento


Maria Mater Misericordiae. La mostra, allestita nei locali del Palazzo del Duca di Senigallia dal 28 ottobre al 29 gennaio 2017, ospiterà “La Vergine delle Rocce” di Leonardo, capolavoro assoluto del genio rinascimentale cui sarà affiancato un corpus di opere d’inestimabile valore, fra cui quelle di Perugino, Rubens, Carlo Crivelli, Lorenzo Monaco per celebrare in arte la chiusura dell'anno giubilare dedicato alla Misericordia. L’emblematica composizione artistica costituisce un affascinante racconto per immagini affidato ai più grandi pittori del Rinascimento italiano sul forte sentimento devozionale nei confronti di Maria, Madre Misericordiosa. Lo spiega al microfono di Francesca Di Folco l’esperta d’arte Rosy Fontana:

R. – La mostra parte sicuramente in maniera molto emozionale. Ovviamente, essendo una mostra d’arte, e presentando "La Vergine delle Rocce" di Leonardo, siamo di fronte chiaramente a un capolavoro assoluto. L’emozione nasce nello scorrere un percorso espositivo che è composto da quasi 50 opere di artisti importantissimi, quali il Perugino, Rubens, Crivelli, Lorenzo Monaco, Andrea della Robbia, e anche Cola dell’Amatrice: l’inserimento di quest’opera ci tocca particolarmente proprio per gli ultimi avvenimenti che sono accaduti nelle Marche. Le opere provengono dalle raccolte museali più importanti italiane ed estere, quali i Musei Vaticani, la Galleria degli Uffizi, la Galleria nazionale delle Marche; ed è un corpus particolarmente significativo, dedicato interamente all’iconografia di Maria, Madre della Misericordia.

D. – Tra le tante opere, qual è quella che meglio sintetizza lo spirito e gli intenti di chi ha ideato l’esposizione?

R. – Possiamo sintetizzarla nel capolavoro assoluto che si presenta: la Vergine delle Rocce di Leonardo. Ovviamente, siamo di fronte a un’opera emblematica assoluta; sicuramente, però, in accompagnamento con altrettanti capolavori. Sicuramente, la cosa meravigliosa di questa mostra sarà vedere, attraverso tutte le opere esposte, quale sentimento e quale spirito forte corre nella stessa arte che rappresenta la Vergine, la Madre di Gesù, presso la quale c’è una devozione incessante. Quindi, mi piace immaginare che queste figure che gli artisti – grandi capolavori, grandissimi artisti del passato ci hanno proposto – hanno toccato forse il loro cuore stesso, magari prima ancora che venisse intinto il pennello nella pittura. Sono certa che la visione di certe opere darà una grande sensazione di spiritualità, proprio perché l’arte è sublime ed è divina.

D. – Quali i tratti comuni delle opere, e in cosa invece divergono nettamente?

R. – I tratti comuni sono sicuramente la figura centrale di Maria: la Madre della Misericordia, che accoglie le miserie umane sotto il suo mantello per proteggere gli uomini e per portarli accanto al cuore di Dio, al cuore divino. Quindi, Maria è la figura centrale. A questa figura centrale – chiaramente – nel corso della storia dell’arte, nel corso dei secoli, gli artisti si sono cimentati in diverse rappresentazioni, come la Madonna del Latte, la Madonna stessa della Misericordia con il manto, o la Madonna della Peste per la protezione della peste. Maria, che viene pregata e supplicata per intercedere presso Dio e suo figlio Gesù, assume nel tempo, per mano degli artisti, diverse sembianze. Però è la Madre assoluta – è sempre lei – è questo ruolo centrale in tutte le opere, e meraviglioso nelle varie sfaccettature proposte attraverso una bella esposizione artistica.

D. – Il termine “misericordia”, che in quest’Anno Giubilare è diventato così familiare, nasce dalla fusione di due parole: “cuore” e “miseria”. I capolavori esposti incarnano bene questa che non è affatto una dicotomia né di senso né in arte…

R. – Questa è un’esposizione che approccia un tema sacro, importante. Si pone sicuramente come percorso espositivo d’arte, per conoscere i grandi capolavori dell’arte, ma non si può non porre come momento di riflessione anche spirituale e religioso, perché comunque siamo di fronte a Colei che siamo abituati a pregare e a vedere come passaggio privilegiato delle nostre preghiere e suppliche nei confronti di Dio, e di Gesù Suo Figlio. In un momento drammatico, come quello in cui si vive in questo momento, con i problemi anche territoriali che le Marche hanno avuto in quest’ultimo periodo – non dimentichiamo il terremoto che ha lasciato senza casa e senza beni tantissime famiglie – o con tutto quello che accade nel mondo. Per cui, anche una mostra può simboleggiare un bel ritorno alla fede, attraverso le visioni dell’arte.








All the contents on this site are copyrighted ©.