2016-10-19 10:30:00

Il Papa ricorda Popiełuszko, martire sotto il regime comunista polacco


Al termine dell’udienza generale, il Papa salutando i pellegrini polacchi presenti in Piazza San Pietro ha ricordato che oggi la liturgia commemora il beato martire Don Jerzy Popiełuszko. Il sacerdote polacco fu ucciso dal regime comunista del suo Paese nel 1984. Queste le parole di Papa Francesco:

“Egli si espose in prima persona a favore degli operai e delle loro famiglie, chiedendo giustizia e degne condizioni di vita, la libertà civile e religiosa della Patria. Le parole di san Paolo: 'Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene' (Rm 12,21) sono state il motto della sua pastorale. Tali parole siano oggi anche per voi, per tutte le famiglie e il popolo polacco una sfida per costruire il giusto ordine sociale nella quotidianità alla ricerca del bene evangelico”.

Don Jerzy Popiełuszko nasce il 14 settembre 1947 a Okopy, nella provincia di Bialystok. Ordinato sacerdote dal cardinale Wyszynsky il 28 maggio 1972 a Varsavia, viene destinato alla parrocchia di S. Stanislao Kostka: oltre al lavoro parrocchiale, svolge il suo ministero tra gli operai, organizzando conferenze e incontri di preghiera. Il 19 ottobre 1984 viene rapito da tre funzionari del Ministero dell’Interno e barbaramente assassinato. La sua tomba, che si trova accanto alla Chiesa di S. Stanislao Kostka, è meta continua di pellegrinaggi. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, presiede il 6 giugno 2010 la Messa di Beatificazione a Varsavia. In una intervista alla Radio Vaticana afferma:

“Vorrei insistere sul messaggio universale del Servo di Dio Jerzy Popiełuszko, che è quello della fraternità tra gli uomini; del rispetto della dignità di ogni persona umana, anche piccola, indifesa, inerme; della libertà di coscienza, che nessun regime e nessuna ideologia deve violare. L’esperienza tragica del secolo scorso insegna: i regimi e le ideologie passano come tempeste violente, lasciando macerie fisiche e spirituali, mentre la fede cristiana, radicata sul Vangelo, rimane e porta gioia, pace e concordia. Visitando più volte il museo dei suoi ricordi, mi ha commosso fino alle lacrime la foto del suo volto sfigurato e insanguinato. Era il volto di Gesù crocifisso, senza più forma né decoro. I suoi carnefici non solo l’hanno ucciso ma lo hanno profanato. I pianti di mille mamme non basterebbero a lavare questo orrendo misfatto. Eppure egli predicava la carità fraterna e invitava alla preghiera per i suoi persecutori”.








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