2016-10-18 13:37:00

Tregua nello Yemen: lo annuncia l'Onu


Dalle ore 24.00 di domani è tregua nello Yemen tra la coalizione araba a guida saudita e gli insorti sciiti houthi. Per 72 ore stop alle ostilità, che, in 18 mesi, hanno causato quasi 7 mila morti e una pesantissima crisi umanitaria. L’annuncio è stato dato dall’Onu e confermato dal Presidente Mansour Hadi. Si tratta, dunque, di un cessate-il-fuoco importante dal punto di vista umanitario, ma anche dai forti risvolti politici. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Eleonora Ardemagni, analista della Nato Defense College Foundation:

R. – E’ una tregua che – se rispettata – servirà per l’accesso del personale medico e del personale umanitario in quelle aree che hanno vissuto in maniera più cruda questi mesi di guerra. E, quindi, questa è senza dubbio una buona notizia! Dal punto di vista politico, dopo il bombardamento della coalizione a guida saudita della settimana scorsa contro una cerimonia funebre a Sana’a, a cui partecipavano soprattutto insorti e militari ancora fedeli all’ex Presidente Saleh, c’è stata una maggiore pressione da parte della comunità internazionale nei confronti degli attori yemeniti per arrivare al cessate-il-fuoco. Dal punto di vista delle cancellerie occidentali, sostenere una coalizione - come quella, appunto, guidata dall’Arabia Saudita - che sta trascinando questo conflitto ormai da quasi due anni, è sempre più difficile. Ieri Ryad ha cercato di raddrizzare il tiro di una situazione, che davvero sta diventando sempre più imbarazzante e impossibile da gestire anche per i sauditi nel rapporto con gli alleati occidentali.

D. – Dietro questo conflitto c’è il confronto indiretto tra Arabia Saudita e Iran. Si può parlare, a questo punto, anche dell'avvio di un negoziato a distanza?

R. – Su questo punto sarei molto cauta. La diffidenza tra le due grandi potenze regionali – Arabia Saudita e Iran – è ancora forte e, quindi, non credo che si possa arrivare ad un disgelo da questo punto di vista.

D. – Come possiamo immaginare quello che sarà lo Yemen del futuro?

R. – Guardando lo Yemen di oggi, con i rapporti di forza sul campo, lo Yemen è tornato ad essere diviso in due parti. Quindi abbiamo una parte settentrionale, compresa la capitale Sana’a, in cui ci sono gli insorti sciiti, e, invece, una zona meridionale in parte sotto il controllo di milizie fedeli a Mansour Hadi, il Presidente riconosciuto dello Yemen e, in parte, con delle sacche di resistenza jihadista, legate ad al-Qaeda nella Penisola Arabica. Il futuro Yemen sarà uno Yemen federale, quindi uno Yemen a più regioni, con più poteri regionali; ma, al tempo stesso, sarà un Paese che avrà un fortissimo bisogno di aiuto economico: l’economia, che già era in condizioni critiche prima del conflitto, lo è ancora di più oggi ovviamente… I problemi di liquidità sono forti, tanto che non si riescono a pagare in questo momento i dipendenti pubblici e gli stessi militari. La ricostruzione dell’esercito yemenita su base unitaria, su base davvero nazionale, sarà il punto chiave – secondo me – per provare a dare respiro allo Yemen del futuro.








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