2016-10-18 15:49:00

Sergio Mattarella agli Stati Generali della Lingua italiana


A Firenze, nella seconda giornata degli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo, sono stati presentati i risultati dei progetti per la diffusione della nostra lingua. E’ stata sottolineata la relazione tra italiano e creatività. Si è posta, inoltre, la questione del ruolo dell’italiano nell’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo. Alla manifestazione è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il servizio di Eugenio Murrali:

La relazione tra l’italiano e i marchi, la moda, il design: questo il tema della sedicesima settimana della lingua italiana che si è aperta con gli Stati Generali. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tirando le conclusioni di questi due giorni di riflessioni, ha parlato della ricchezza e del futuro della cultura italiana:

“Italofonia e italofilia sono percorsi sempre più paralleli e fra loro interconnessi. A ragion veduta, il dibattito – nei decenni – si è allargato fino a ricomprendere un’idea estesa della suggestione della civiltà italica, delle sue varie sfaccettature, antiche e moderne e contemporanee, che essa può offrire. Un’idea lontana dall’arroccamento identitario, e protesa piuttosto a offrire alle altre culture il portato dell’esperienza, della bellezza accumulate in millenni. Proporre la “qualità Italia” è la sfida di fronte a noi: proporre, cioè, l’umanesimo che deriva dalla nostra cultura, dal modo di vivere, di lavorare; il patrimonio cumulato nella nostra storia accompagna l’evoluzione della società”.

La lingua italiana è, secondo recenti ricerche, al quarto o quinto posto tra le più studiate al mondo e, nel corso della manifestazione, sono state presentate le iniziative intraprese, con particolare attenzione alla formazione dei docenti di italiano per stranieri.
Molte le testimonianze di italofoni, tra di esse quelle dei vincitori delle Olimpiadi di italiano, una ragazza spagnola, Julia Victoria Rodriguez Suarez, e un giovane greco, Kristi Nika, che ha osservato:

“Io sento come se avessi una relazione spirituale con l’Italia, con la cultura italiana …”.

Tanti gli intervenuti, tra cui il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini. Molto densa la riflessione del direttore generale per gli Italiani all’Estero, Cristina Ravaglia, che si è soffermata sul potere di integrazione della lingua:

“Una lingua viva vuol dire anche integrazione, e qui lancio un’idea per i prossimi Stati generali: è integrazione per gli stranieri che arrivano in Italia, quando sono qui, naturalmente, ma anche perché no?  Sarebbe bello e utile, e alcuni nostri partner europei lo stanno già facendo – già all’estero, per gli stranieri che vogliano immigrare in Italia”.

E sul rapporto tra lingua e immigrazione è tornato anche il Capo dello Stato:

“La diaspora dell’italiano in uscita, con l’emigrazione di massa prima e quella più di carattere professionale di oggi, fa da contraltare alla diaspora di altri popoli in ingresso nella cultura italiana, e per i quali spesso l’italiano è la lingua tramite per eccellenza, una sorta di ‘lingua franca’ per dialogare tra di loro, così come accadeva molti secoli fa nel Mediterraneo. In qualche modo l’italiano, da lingua tipica di un territorio limitato, si propone in questo senso come lingua di una cultura a vocazione universale”.

Sull’apporto degli italofoni, è stato ricordato anche il ruolo del Papa, che lancia il suo messaggio al mondo, per lo più, in italiano.








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