2016-10-13 12:06:00

Papa ai luterani: testimoniamo insieme la misericordia di Dio


Liberi dai pregiudizi, con l’aiuto di Dio camminiamo verso la piena comunione: così il Papa nel suo discorso ai partecipanti al pellegrinaggio dei luterani provenienti dalla Germania e ricevuti nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Ce ne parla Sergio Centofanti:

Sono circa un migliaio i luterani giunti in Vaticano dalla regione tedesca dell’Anhalt che quasi subito aderì alla Riforma. Oggi – ha detto nel suo saluto il presidente della Chiesa evangelica locale, Joachim Liebig – qui la religione è ormai minoritaria.

Papa Francesco ricorda il suo ormai prossimo viaggio a Lund, in Svezia (31 ottobre-1 novembre), per fare memoria dei 500 anni dall’inizio della riforma di Lutero, un’occasione per ringraziare il Signore per 50 anni di dialogo ufficiale tra luterani e cattolici:

“Rendiamo grazie a Dio perché oggi, luterani e cattolici, stiamo camminando sulla via che va dal conflitto alla comunione. Abbiamo percorso insieme già un importante tratto di strada. Lungo il cammino proviamo sentimenti contrastanti: dolore per la divisione che ancora esiste tra noi, ma anche gioia per la fraternità già ritrovata”.

Parte essenziale di questa commemorazione – ha detto il Papa – “sarà il rivolgere i nostri sguardi verso il futuro, in vista di una testimonianza cristiana comune al mondo di oggi, che tanto ha sete di Dio e della sua misericordia”:

“La testimonianza che il mondo si aspetta da noi è soprattutto quella di rendere visibile la misericordia che Dio ha nei nostri confronti attraverso il servizio ai più poveri, agli ammalati, a chi ha abbandonato la propria terra per cercare un futuro migliore per sé e per i propri cari. Nel metterci a servizio dei più bisognosi sperimentiamo di essere già uniti: è la misericordia di Dio che ci unisce”.

La speranza - afferma il Papa - è “che possa continuare a crescere la reciproca comprensione” nella consapevolezza che “in virtù del nostro battesimo”, “al di là di tante questioni aperte che ancora ci separano, siamo già uniti. Quello che ci unisce è molto di più di quello che ci divide!”.








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