2016-10-11 14:21:00

Save the Children: i Paesi peggiori dove essere bambina


Il Niger è il Paese peggiore dove essere bimba. Lo si legge nel rapporto che Save the Children ha presentato in occasione dell’odierna Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze. Francesca Sabatinelli:

Matrimoni precoci, scarso accesso a educazione e sanità, esclusione dai processi decisionali: sono gli ostacoli che impediscono a bambine e ragazze, di molti Paesi del mondo, di avere un futuro. Save The Children, nel suo rapporto “Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm”, stila la drammatica classifica: il Niger è il Paese peggiore per loro dove vivere, la Svezia il migliore. Marco Guadagnino, portavoce Save the Children Italia:

“Ci sono grandissime disparità. Ci sono molti Paesi, soprattutto in Africa subsahariana, che aumentano il divario rispetto ai Paesi del Nord del mondo su indicatori fondamentali, che danno il senso di quanto possa essere facile, o difficile, la vita di bambine e ragazze che nascono in un posto sbagliato e diventare, in qualche modo, parte di quel numero sempre crescente di bambine che sono costrette a sposarsi troppo presto, ad avere bambini troppo presto, in molti casi a morire di parto, escluse dal circuito scolastico di primo grado e, ovviamente, anche di secondo grado. Tutto questo accade in tantissimi Paesi e le statistiche, il nostro indice, il nostro studio, ci dicono che i miglioramenti sono purtroppo ancora troppo lenti”.

Ogni sette secondi una ragazza al di sotto dei 15 anni va in sposa, il più delle volte ad un uomo molto più grande. Ogni anno sono 15 milioni le bambine e ragazze che si sposano ancora minorenni, il numero maggiore è in India, subito dopo Afghanistan, Yemen e Somalia. Spesso hanno meno di 10 anni e spesso sono molto povere: in Nigeria il 40% delle ragazze che si sposa prima dei 15 anni, proviene dalle famiglie meno abbienti, la percentuale precipita per le ragazze ricche e scende al 3%. Il matrimonio precoce, sottolinea Save the Children, impedisce di vivere l’infanzia, costringe all’abbandono scolastico, soprattutto sottopone queste ragazzine al rischio di abusi, di stupri, di violenza domestica e di contrarre malattie come l’Hiv.

Oltre un milione di fanciulle diventa mamma prima di compiere i 15 anni. 70mila giovani, tra i 15 e i 19 anni, ogni anno muoiono per complicazioni legate a gravidanza e parto, più alto è il numero di chi si toglie la vita. Inoltre, i bambini nati da mamme adolescenti hanno il 50% di probabilità in più di morire entro i primi giorni dopo il parto, rispetto ai figli di donne tra i 20 e i 30 anni. A tutto questo va aggiunta la terribile pratica delle mutilazioni genitali, si calcola che nel prossimo decennio 30milioni di giovani in tutto il mondo rischiano di subirle. Altro dato molto importante: l’impossibilità per donne e ragazze di molti Paesi di esprimersi liberamente: solo il 23% dei seggi dei parlamenti nel mondo è occupato da donne.

E’ necessario, è l’appello, che i governi e i donatori facciano il possibile per proteggere bambine e ragazze. Ancora Guadagnino:

“Ovviamente noi stiamo portando avanti, e porteremo, avanti programmi sempre più specifici per le bambine e le ragazze, quelle alle quali facciamo riferimento nel Rapporto, quelle più svantaggiate. Però, chiediamo, alla comunità internazionale e ai governi, tre garanzie: che venga garantita una finanza equa, cioè che i governi a livello locale garantiscano che siano disponibili a tutti i servizi di base come, ad esempio, educazione e salute. E poi ancora: che si garantisca, se non l'eliminazione, almeno un processo che riduca le discriminazioni economiche e sociali delle ragazze. Pensiamo a milioni di ragazze appartenenti a gruppi etnici e religiosi perseguitati. Infine, meccanismi di trasparenza che garantiscano la possibilità a queste ragazze di essere ascoltate, quindi rafforzare la voce di queste ragazze, renderle partecipi, renderle parte attiva dei processi decisionali. Il ruolo delle ragazze e delle bambine dev’essere un ruolo di protagoniste per il cambiamento”.

La richiesta è dunque quella di aiutare le ragazze e le bambine ad avere la possibilità di “costruirsi un futuro ricco di opportunità”.








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