2016-10-07 15:57:00

Il commento di don Sanfilippo al Vangelo della Domenica XXVIII T.O.


Nella 28.ma domenica del Tempo ordinario, ci propone il Vangelo in cui Gesù guarisce dieci lebbrosi, ma solo uno di essi, un samaritano, lo ringrazia. Il Signore dice:

«Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo presbitero della diocesi di Roma:

Dieci i lebbrosi guariti nel passo evangelico odierno, ma fra questi solamente uno è salvato, proclama Gesù Cristo. Nove sono stati purificati nel corpo, ma unicamente un samaritano, un eretico, è stato guarito anche nell’anima dalla lebbra dell’errore e dell’idolatria. L’obbedienza nell’andare a presentarsi ai sacerdoti di un culto nel quale non si riconosceva ed erano, anzi, ostili, la riconoscenza al Signore, al quale si prostra e la gioia della sua lode attestano la fede con cui dava gloria a Dio. Oggi, corriamo lo stesso rischio dei nove che si sono “accontentati”, e a volte  affermiamo con certezza: “Basta la salute!”. La cultura dominante c’induce sottilmente a ritenere di straordinaria importanza la cura del corpo trascurando la crescita dell’anima. I nostri figli hanno le giornate impegnatissime nella formazione scolastica, sportiva, musicale, alle lingue straniere…, ma sanno a malapena recitare il Padre Nostro e rimangono alla “prima elementare dello spirito”. “Dovrà decidere da grande, liberamente, se fare il Battesimo, la Prima Comunione o la Cresima”: è il triste pensiero di non pochi genitori che si dicono cristiani, ma che si guardano bene dal concedere la stessa libertà nei confronti della scuola. Pertanto è urgente riannunciare il Vangelo, afferma san Paolo, sopportando anche incomprensioni e sofferenze.








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