2016-10-06 21:00:00

Ultra HD. Mons. Viganò: innovazione per portare al meglio messaggio del Papa


“Passaggi: comunicazione e tecnologia oltre le frontiere”: è il tema della Conferenza 2016 di HD Forum Italia, associazione che diffonde l’uso di contenuti multimediali e tecnologia d’avanguardia come l’Alta Definizione. L’incontro, organizzato in partnership con la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede presso il Media Center San Pio X, in via della Conciliazione, a Roma. Al centro della Conferenza, con interventi di rappresentanti internazionali di primo piano, lo straordinario miglioramento delle immagini offerte dalla tecnologia Ultra HD. Ad aprire l’incontro il prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Viganò, che ha sottolineato la necessità di “stare al passo con i cambiamenti tecnologici a livello globale per supportare al meglio i media della Santa Sede”. Il servizio di Debora Donnini:

Papa Francesco apre la Porta Santa del Giubileo della Misericordia, l’8 dicembre: suscita grande emozione il filmato in Ultra HD trasmesso alla Conferenza. La gamma dei colori e la bellezza si avvicina alla capacità di percezione dell’occhio umano, consentendo così un’esperienza di “immersione” quasi totale nelle immagini, offerte dal televisore in 4 K. Un mondo tecnologico che pur apparentemente lontano dal quotidiano, si fa vicino nella comunicazione di immediatezza. Diffondere la tecnologia dell’HD, dell’Ultra HD e del 3D è infatti la mission dell’Associazione che ha organizzato la Conferenza. L’appuntamento celebra i 10 anni di vita dell’organizzazione  e vede la presenza di esponenti mondiali di primo piano del settore. Trasmesso anche un cortometraggio di Eugenio Bonanata, “Sorella Fibra”, nel quale il filo del ricamo delle Clarisse si lega con quello della fibra ottica che la Repubblica di San Marino diffonderà sul suo territorio a livello capillare entro il 2017. Centrale anche l’intervento del direttore del Centro Televisivo Vaticano, Stefano D’Agostini. Il prossimo step del Ctv sarà il 20 novembre, con la cerimonia di chiusura della Porta Santa, che sarà trasmessa in Ultra HD in diretta via fibra ottica a San Marino, e sul satellite.

Alla Conferenza, il prefetto della Segreteria per la Comunicazione, mons. Dario Viganò, ha parlato dell’evoluzione dei media e della riforma dei media vaticani. Oggi si va infatti verso una naturalizzazione dei mezzi di comunicazione, nel senso che viene meno una chiara distinzione fra i dispositivi multimediali. Debora Donnini ha chiesto a mons. Viganò come si sposi la riforma dei media vaticani con le innovazioni tecnologiche come l’Ultra HD:

R. – La riforma è dettata più dalla storia: siamo in un momento in cui, ad esempio, non esistono più i confini rigidi dei dispositivi mediali. Pensiamo oggi a che cos’è la radio, che cos’è la televisione: non lo sappiamo… Quindi c’è una labilità dei confini proprio grazie alla convergenza digitale. Questa convergenza digitale offre anche l’occasione per riflettere molto sui formati e sulla qualità dei formati. E questo è il motivo per cui la Segreteria per la Comunicazione sposa, in qualche modo, un’occasione di riflessione ad altissimo livello proprio su formati e tecnologia. E questo perché noi siamo chiamati ad avere quanto di più importante abbiamo come contenuti e cioè il Papa, il Vangelo, il messaggio del Magistero. Abbiamo però anche bisogno di apprendere i formati di grande qualità e di grande “immersività”, sia dell’immagine che dell’audio.

D. – Lei diceva che si va verso una convergenza mediale anche grazie ai nuovi media e alle nuove tecnologie digitali, ai social network. Quanto è legato questo aspetto con la questione dell’ “immersività”, cioè di coinvolgere sempre più l’utente nel processo comunicativo?

R. – Moltissimo e a più livelli. Pensiamo a cosa significhi oggi che i media, e in particolare i media tradizionali, ad esempio gli schermi televisivi, abbiano invaso dei luoghi e degli spazi che non nascono propriamente per la loro fruizione: pensiamo ai musei, pensiamo ai videowall sulle strade… Quindi c’è un’ "immersività" che è anzitutto sociale, all’interno di un contesto di produzione audiovisiva. Poi c’è un’ "immersività" che è data dal fatto che noi diventiamo sempre più touch: c’è sempre più prossimità tra techne e bios. Anche questo è un dato del quale tener conto. Quindi abbiamo vari aspetti, vari paradigmi che si stanno modificando, e noi dobbiamo necessariamente guardarli in faccia, anche perché la Chiesa da sempre, nella storia, è stata molto capace non solo di cavalcare ciò che emergeva, ma quasi di anticipare: in questo momento noi, invece, siamo molto, molto arretrati. Questa è una grande occasione per riflettere insieme a professionisti di tutto il mondo – dagli Stati Uniti, alla Germania, alla Francia – su quali siano i formati e i formati di qualità.

D. – L’Ultra HD permette di far vedere la realtà quasi come se fosse l’occhio umano che la guardasse, riproducendo quasi tutta la gamma dei colori. Quanto è importante questo aspetto per diffondere il messaggio del Papa nel mondo?

R. – Questo è molto importante, perché non dimentichiamo che oramai l’audiovisivo si fruisce molto spesso sui device mobili, e lì non è richiesta una grande qualità. Allo stesso tempo, però, ricordiamo che la televisione sta diventando sempre più grande come schermo, perché sopravvive come cinema e nelle case gli schermi sono sempre più grandi. In questo caso la grande qualità permette appunto di far emergere con forza il messaggio. Pensiamo a cosa voglia dire un’assemblea liturgica, laddove si restituiscano le sfumature, si restituisca la precisione dei tratti… Questo aiuta assolutamente il fruitore a partecipare ad un evento, che è un evento certamente mediato, ma è un evento importante per la propria vita.

D. – Aiuta a partecipare anche emotivamente, che è un’altra caratteristica della nuova comunicazione…

R. – Sì, certo. Sapendo che la comunicazione del Papa è una comunicazione che, per quanto riguarda l’azione rituale, è decisivamente coinvolgente, perché l’azione rituale è presieduta da moltissimi codici: pensiamo al codice luminotecnico, al codice olfattivo, al codice prossemico… Ovviamente alcuni di questi codici nella mediazione televisiva non ci sono, ma se noi riusciamo a renderli in qualche modo intuibili, permettiamo allo spettatore di essere dentro la celebrazione e quindi di vivere con grande emotività, con grande empatia questo momento. Così come, invece, ci sono altri momenti del Papa, che non sono quelli dell’azione rituale, che però sono quelli dei grandi gesti, delle carezze, degli abbracci, di quando ad esempio fa salire qualche giovane sulla papamobile: sono gesti che sono molto forti, che diventano icone. E quando queste icone hanno anche la forza di stagliarsi per la qualità, questo è decisamente più utile.

Il sostegno alla filiera dell’audiovisivo, in Italia e nel mondo, è uno degli obiettivi dell’Associazione HD Forum Italia. Sul significato e l’impatto delle immagini trasmesse in Ultra HD, Luca Collodi ha intervistato il presidente dell’organizzazione, Benito Manlio Mari:

R. – Noi vediamo delle immagini come se fossimo per strada, ammiriamo panorami, cosa che fino a ieri era impossibile, perché le quantità di informazioni non bastavano, il colore era scarso. Il grande entusiasmo è essere dentro un contenuto!

D. – Nelle aziende, l’elemento industriale, la produzione di nuove telecamere, la produzione di nuovi apparecchi televisivi, è al passo con queste innovazioni o c’è ancora nell’industria televisiva qualche dubbio?

R. – L’associazione che presiedo è un’associazione di filiera ed è una delle rare situazioni in Italia o comunque nei Paesi del mondo, in cui si siedono attorno ad un tavolo dal manufacturer al broadcaster, dall’operatore satellitare all’operatore del centro di ricerche fino all’operatore telefonico. Dialoghiamo, mettiamo a confronto quali sono le possibilità di progresso, diamo degli input, creiamo questo libro che raccoglie le specifiche, che le armonizza per l’Italia e oltre. L’industria segue molto questa attività e, grazie a questa attività, noi riusciamo a portare anche le esigenze italiane in un consesso internazionale, e spesso dobbiamo cercare di sincronizzare meglio la possibilità di avere contenuti in questa Alta Qualità - come per esempio sta facendo il Centro Televisivo Vaticano - per poter dargli spazio in questi nuovi apparati, nuovi televisori, che fanno vedere questa grande qualità.  Quindi dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo sintonizzare e armonizzare.








All the contents on this site are copyrighted ©.