Da oggi, dietro invito della Conferenza episcopale del Nicaragua, ogni parrocchia della nazione organizzerà una “Giornata di Preghiera e Digiuno per il presente e il futuro del Nicaragua”.
Preoccupazione dei vescovi per la democrazia in Nicaragua
Il 6 novembre, 3,4 milioni di cittadini nicaraguensi saranno chiamati alle urne per
eleggere il Presidente della Repubblica e 90 deputati dell’Assemblea nazionale. La
situazione nel Paese è ancora tesa a causa dalla terza candidatura consecutiva del
Presidente Daniel Ortega, non prevista dalla Costituzione, e dalla discussione in
corso sulla presenza di osservatori internazionali che garantiscano elezioni libere
e trasparenti. I vescovi mons. Silvio José Báez (ausiliare di Managua), mons. Rolando
Alvarez Lagos (vescovo di Matagalpa) e mons. Juan Abelardo Mata (vescovo di Estelí)
hanno già espresso, a titolo personale, la loro preoccupazione per il futuro della
democrazia in Nicaragua.
Affrontare processo elettorale secondo coscienza e senza coercizioni
"Vogliamo illuminare dalla nostra fede, come Pastori della Chiesa, questo momento
storico. Invitiamo tutti i cittadini ad affrontare questo processo elettorale con
decisione e ad agire secondo la propria coscienza, liberamente e senza timore di alcuna
coercizione esterna" si legge nel comunicato dei vescovi pubblicato il 22 agosto e
rilanciato in questi giorni. "In tempi di crisi e di tensione è facile cedere alla
tentazione della violenza, ma questa non risolve mai i conflitti. Chiamiamo tutti
i nicaraguensi ad agire pacificamente, nel rispetto delle legittime scelte di ogni
persona e ad evitare tutto ciò che minaccia l'integrità fisica e morale degli altri.
La pace è un dono di Dio, ma è anche il frutto della giustizia e dell’impegno umano"
sottolineano i vescovi. (C.E.)
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