2016-10-01 16:33:00

Papa nella Cattedrale ortodossa: ricomporre divisioni senza paure


Ultimo appuntamento del viaggio del Papa in Georgia è stata la visita alla Cattedrale patriarcale ortodossa di Svetyskhoveli di Misketa, antica capitale del Paese a pochi chilometri da Tblisi. Un evento di grande intensità ecumenica. Il servizio di Sergio Centofanti:

Antichi canti in aramaico accompagnano l’abbraccio tra il Papa e il Patriarca Ilia. La cattedrale è davvero suggestiva, risalente al IV secolo e ricostruita nell’anno 1000, è il centro spirituale della Chiesa ortodossa georgiana. Secondo un’antica tradizione custodisce la Sacra Tunica di Gesù. E il Papa incentra il suo discorso proprio sul mistero di questa tunica «senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo» (Gv 19,23), segno di quell’«unità che viene dall’alto, che viene cioè dal cielo e dal Padre, che non poteva essere assolutamente lacerata»:

“La sacra tunica, mistero di unità, ci esorta a provare grande dolore per le divisioni consumatesi tra i cristiani lungo la storia: sono delle vere e proprie lacerazioni inferte alla carne del Signore”.

L’invito del Papa è a non rassegnarsi alla divisione ma a “ricomporre le lacerazioni, animati da uno spirito di limpida fraternità cristiana”:

“Tutto ciò richiede un cammino certamente paziente, da coltivare con fiducia nell’altro e umiltà, ma senza paura e senza scoraggiarsi, bensì nella gioiosa certezza che la speranza cristiana ci fa pregustare. Essa ci sprona a credere che le contrapposizioni possono essere sanate e gli ostacoli rimossi, ci invita a non rinunciare mai alle occasioni di incontro e di dialogo, e a custodire e migliorare insieme quanto già esiste”.

Papa Francesco pensa “al dialogo in corso nella Commissione Mista Internazionale e ad altre proficue occasioni di scambio” non cessando di cercare l’unità “nonostante i nostri limiti e al di là di ogni successiva distinzione storica e culturale”:

“Siamo chiamati a essere «uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28) e a non mettere al primo posto le disarmonie e le divisioni tra i battezzati, perché davvero è molto più ciò che ci unisce di ciò che ci divide”.

L’identità cristiana - afferma Papa Francesco - “si mantiene tale quando rimane ben fondata nella fede ed è al tempo stesso sempre aperta e disponibile, mai rigida o chiusa”. Custodire “la fedeltà alle proprie radici” – spiega – significa non cedere “alle chiusure che rendono oscura la vita”, e restare ben disposti ad accogliere e imparare “tutto ciò che è bello e vero”.

“Possano la fraternità e la collaborazione - conclude il Papa - crescere ad ogni livello; possano la preghiera e l’amore farci sempre più accogliere l’accorato desiderio del Signore su tutti quelli che credono in Lui mediante la parola degli Apostoli: che siano «una sola cosa» (cfr Gv 17,20-21)”.








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