2016-09-28 13:55:00

I terremotati dal Papa: la politica non ci abbandoni


Ha partecipato all'udienza generale in Piazza San Pietro anche un gruppo di persone giunte dalle zone terremotate di Arquata e Pescara del Tronto guidate dal vescovo di Ascoli, mons. Giovanni D'Ercole. Papa Francesco ha dato la sua benedizione e baciato la piccola Speranza, la bambina di un mese salvata dalle macerie ad Arquata. Tra loro anche il sindaco Aleandro Petrucci, che ha sottolineato l'immensa emozione di questo incontro con il Papa, al quale ha rivolto l'invito ad andare al più presto a visitare quelle terre così duramente colpite dal sisma. ''Adesso - ha spiegato Petrucci - dobbiamo metterci a lavorare per far trovare al Papa una terra che si rialza ed è capace di farlo''. Nel gruppo c'erano anche gli abitanti di Capodacqua, una frazione di Arquata del Tronto, rasa quasi completamente al suolo. Ascoltiamo le loro testimonianze raccolte da Marina Tomarro:

R. – Con la speranza che tutto si possa rifare come era prima, perché noi siamo molto affezionati al luogo e al posto: io ci sono nato e tanti ci vengono in villeggiatura; però, per noi è fondamentale ricostruirla lì dov’è, con le case com’erano prima.

D. – Di cosa avete bisogno, in questo momento?

R. – In questo momento, che ci assistano specialmente le autorità, che ci diano una mano. Adesso è tutta zona rossa, noi non possiamo entrare nel paese, nemmeno a prendere i beni che abbiamo lasciato il giorno del terremoto. Io ero presente, quando c’è stata la scossa …

D. – Cosa ricorda di quella notte?

R. – Tanto frastuono, tanto rumore, tanta, tantissima paura; la notte ancora non riesco a dormire, perché la paura ancora è tanta, quindi … speriamo che piano piano, con il tempo, si affievolisca.

R. – Noi siamo qui per testimoniare che esistiamo, che abbiamo un grande problema: non vogliamo che si spengano i riflettori dopo la prima fase. Quindi, rispettare le promesse e monitorare che le promesse diventino poi fatti concreti.

D. – Di cosa avete bisogno, in questo momento? Qual è la vostra situazione?

R. – La situazione di Capodacqua in questo momento è una situazione di un paese che non c’è più; però, per fortuna abbiamo altre collocazioni: chi a Roma, chi ad Ascoli … Vogliamo fortemente che questo paese ritorni com’era prima, perché lì ci sono le nostre memorie, i nostri ricordi e c’è il futuro di quelle popolazioni che altrimenti andrebbero disperse nel territorio.

R. – Noi ovviamente chiediamo di poter rientrare nelle nostre case: per il momento, non sarà possibile. Chiediamo di avere un aiuto per non far morire il Paese perché residenti e non residenti, vogliamo tornare tutti.

D. – Ascoltare anche le parole del Papa, cosa vuol dire per voi?

R. – Per noi è una speranza; per noi, la cosa più importante è comunque rimanere uniti, anche nella preghiera, perché il Signore possa aiutare quelli che possono darci una mano: questo è importantissimo!








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