2016-09-27 15:00:00

Le donne e i loro diritti tema del Religion Today Film festival


53 proiezioni, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari provenienti da ogni parte del mondo, che hanno come tema centrale la parità dei diritti tra uomo e donna. E’ questo il filo conduttore della 19.ma edizione del Religion Today Film Festival, che partirà a Trento dal prossimo 7 ottobre. Tema del festival, promosso in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, “C’eravamo tanto amati. Religioni e relazioni di genere”, con un omaggio al regista Ettore Scola. Ascoltiamo la direttrice artistica del Festival Katia Malatesta al microfono di Marina Tomarro:

R. – Abbiamo scelto di confrontarci con un tema che riteniamo davvero attuale e cruciale, per raccontare i cambiamenti, i lenti movimenti che avvengono anche all’interno delle tradizioni millenarie delle grandi religioni. In questi anni, al Festival sono arrivati moltissimi film che raccontavano proprio questo fermento: da una parte, la rivendicazione di nuova voce, nuovi spazi e nuovi ruoli, nuovi modelli delle donne nelle religioni; dall’altra parte, talvolta anche la denuncia: la denuncia, per esempio, della piaga della violenza sulle donne che pure quest’anno è presentata in concorso con un bellissimo film che viene dall’Iran! Quindi l’idea è proprio che la cinematografia del mondo, anche quelle che vengono da contesti apparentemente molto tradizionali, si stanno interrogando su questo tema che riguarda le persone religiose, ma riguarda le religioni nel loro rapporto con le società civili.

D. – Cosa si racconterà attraverso questi film?

R. – Si racconteranno storie di cambiamento, anche di cambiamento impetuoso, anche in contesti inaspettati … Per esempio, un’ospite speciale del Festival sarà Ruth Colian, che è la protagonista di un documentario che racconta la sua corsa per il Parlamento israeliano in rappresentanza delle donne “haredi”, quindi le donne ultraortodosse, proprio di fronte a una società invece maschile che ha posto ogni possibile ostacolo a questa battaglia che fin dall’inizio si annunciava in salita. Ma è soltanto un esempio; ci sono storie analoghe che vengono da altri contesti e dall’altra parte ci sono storie di uomini e di donne che naturalmente interagiscono nel loro vivere quotidiano, e la loro relazione si intreccia con la relazione verticale dell’essere umano con Dio. Quindi, appunto, storie di fede, storie di uomini, storie di donne che diventa anche il titolo di una sezione che noi proponiamo tutti i giorni alle 17.30, proprio per tenere l’attenzione puntata su questo tema che crediamo dica veramente tanto di noi.

D. – Quanto è importante il cinema come veicolatore del messaggio di maggiori diritti per la donna?

R. – Io credo che veramente possa essere fondamentale. Negli anni passati abbiamo assistito a storie eclatanti: per esempio, un piccolo film-documentario realizzato con scarsissimi mezzi sulla tragedia delle giovani donne, delle ragazze marocchine costrette a sposare il loro stupratore dopo una violenza, perché era l’unico modo per difendere il loro onore e vivere una vita normale: ecco, un film come questo è arrivato nel Parlamento marocchino e ha prodotto un cambiamento di legge. Quindi, questa è evidentemente una storia che finisce bene – forse un caso abbastanza unico … Però, è vero che il cinema ha proprio questa capacità: innanzitutto di emozionarci, di farci pensare e forse anche di favorire campagne di opinione. Non è la prima volta che succede; crediamo anche che molti di questi film possano aiutarci, davvero, a fare un passo avanti.








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