2016-09-24 13:59:00

Giubileo catechisti, il Papa presiede la Messa in Piazza San Pietro


Questa domenica alle 10.30, Papa Francesco presiede in Piazza San Pietro la Santa Messa per il Giubileo dei Catechisti. Per l’occasione sono giunti a Roma da tutto il mondo oltre 15mila catechisti. Ma cosa chiedono i ragazzi a quanti sono chiamati a trasmettere la fede? Antonella Palermo lo ha chiesto a due ragazzi romani:

R. – Bisogna stare attenti a non dare troppe "cose" ai ragazzi, annoiandoli. Forse all’inizio, infatti, è proprio importare mantenerli tutti insieme, perché diventino un bel gruppo. Se tu fai un incontro con i ragazzi di quarta, quinta elementare, e li stanchi un po’ facendo quaranta minuti di catechismo "serio", loro poi non si divertono, diciamo, e quindi lasciano. E’ importante, dunque, mantenere sempre viva la loro attenzione.

D. – E in che modo?

R. – Questo non è facile. Per esempio, ci sono persone le cui parole colpiscono molto i ragazzi, che ne sono attratti. Quello, però, è un dono di natura. Non è che qualcuno può inventarselo da un giorno all’altro!

R. – Secondo me, è cercare di essere visti non come la figura classica del catechista, ma proprio come un amico o un fratello. Io quando facevo la preparazione per la Comunione vedevo i miei catechisti molto distanti da me, li vedevo più come genitori. Adesso, invece, con il percorso della Cresima, li vedo proprio come amici, fratelli maggiori. Secondo me, quindi, l’importante è instaurare un rapporto di alleanza. Cioè: non “io sono meglio di te; io sono più grande”, ma comprendersi l’un l’altro, perché comunque, come i bambini, anche i catechisti hanno vissuto l'infanzia. Cercare, quindi, di mettersi nei panni dei ragazzi.  

Ascoltiamo Francesca Martucci, mamma di 4 figli e catechista in una parrocchia romana: 

R. – Il discorso è farli sentire vicini alle loro esperienze, sentire che Gesù è vicino anche alla loro età.

D. – Come si fa?

R. – Eh, come si fa! I ragazzi vanno coinvolti in esperienze concrete. Li abbiamo portati tanto a spasso. Abbiamo fatto fare loro il percorso dei Santi attraverso le chiese. Noi siamo a Roma, quindi abbiamo potuto fare veramente delle bellissime esperienze. E abbiamo fatto non il Giubileo "dei" catechisti, ma il Giubileo "coi" catechisti. Appena il Papa ha indetto il Giubileo li abbiamo portati a vedere la Porta Santa chiusa e abbiamo spiegato loro cosa significasse e poi siamo riandati quando la Porta è stata aperta. 

D. – Che reazioni?

R. – E’ stato bellissimo. I ragazzi erano felicissimi. Erano felicissimi perché hanno condiviso con noi il loro tempo. Ci siamo divertiti. E’ stato bello andare, è stato bello tornare. E’ stato bello durante la Messa. Tutto. E’ fatica, perché devi organizzare; ti devi confrontare con loro; devi fare vedere che hai speso del tempo per loro e con loro.

D. – E non hai detto loro solo delle parole, ma hai compiuto dei gesti…

R. – Dei fatti. Dei gesti concreti. Ed è questo che ci chiedono. I ragazzi hanno detto: “Adesso abbiamo coinvolto una nostra amica”, e a loro sembra tanto. Perché? Perché hanno dato testimonianza. 








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