2016-09-22 10:42:00

RD Congo: i vescovi chiedono chiarezza per un dialogo ampio


I vescovi della Repubblica Democratica del Congo hanno sospeso la loro partecipazione al “dialogo nazionale”, in segno di lutto e solidarietà per le 32 vittime nelle manifestazioni popolari – il 19 e 20 settembre - in favore delle elezioni presidenziali e nazionali, secondo la Costituzione del Paese. Intanto nella capitale Kinshasa è tornata la calma. Nel loro comunicato, i vescovi chiedono chiarezza su quattro punti-chiave, nella speranza di poter continuare il dialogo democratico con il consenso più ampio, che includa anche le forze di opposizione. Marcello Storgato ha intervistato Loris Cattani, membro di Rete Pace per il Congo e redattore del bollettino informativo “Congo Attualità”:

R. – Non direi proprio che si siano ritirati. Hanno sospeso la loro partecipazione al dialogo, soprattutto per due motivi: per solidarietà con le vittime e per i disordini che sono successi il 19 e il 20 settembre a Kinshasa. Il secondo motivo è quello di cercare un consenso più ampio per poter continuare il dialogo.

D. – Cos’è successo a Kinshasa in questi giorni?

R. – A partire da lunedì scorso – il 19 settembre – la data in cui la commissione elettorale doveva convocare le elezioni presidenziali e non lo ha fatto, la popolazione di Kinshasa e di altre città del Congo è scesa in piazza per protestare.

D. – I vescovi, nel loro comunicato, hanno messo delle condizioni per partecipare nuovamente?

R. – Sarebbero quattro i punti che dovrebbero entrare nel testo di un eventuale accordo. Il primo punto è che nel testo dell’accordo dovrebbe apparire chiaramente il principio secondo cui l’attuale Presidente, Joseph Kabila, non dovrà più presentarsi alle prossime elezioni presidenziali: questo in virtù dell’art. 70 della Costituzione. Il secondo punto dovrebbe riferirsi alle date precise delle prossime elezioni. Il terzo punto è relativo allo sblocco dei fondi necessari per il finanziamento delle elezioni. Il quarto riguarda la composizione del comitato di sorveglianza per l’attuazione dell’accordo stesso.

D. – Sono condizioni forti: sembra che i vescovi non si fidino molto…

R. – I vescovi lo avevano già detto all’inizio del dialogo: è proprio il rispetto della Costituzione. Avevano parlato di un loro ritiro qualora il quadro costituzionale non fosse stato garantito.

D. – Questa sospensione è definitiva o temporanea?

R. – Dovrebbe essere temporanea, cioè giusto il tempo per trovare un consenso più ampio; che si entri in una fase più inclusiva del dialogo: cioè un dialogo a cui possa partecipare anche quell’opposizione - la maggior parte dell’opposizione - che finora è assente. Tutte le forze politiche dovrebbero partecipare al dialogo.

D. – Comunque le elezioni ormai sono rimandate…

R. – Le manifestazioni di lunedì scorso chiedevano la convocazione dell’elettorato in base al registro elettorale, le liste degli elettori che ancora non sono pronte; o meglio: ci sono le liste degli elettori del novembre 2011, che furono contestate dagli osservatori elettorali, sia nazionali che internazionali. Andare alle elezioni con quel registro elettorale non mi sembra prudente. D’altra parte la commissione elettorale, già lo scorso febbraio, aveva annunciato che per riformulare il registro elettorale sarebbero occorsi sedici mesi. Quindi ciò vuol dire che le prossime elezioni potrebbero essere possibili entro il mese di ottobre 2017.








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