2016-09-21 10:00:00

Onaiyekan: convincere i giovani africani a non emigrare


“Emigrare non è una soluzione ai problemi dei giovani africani; occorre piuttosto creare posti di lavoro, rilanciando le economie locali con provvedimenti efficaci”. Lo ha affermato il card. John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja e presidente della Conferenza episcolale della Nigeria, nazione con oltre 175 milioni di abitanti, in gran parte giovani, durante la conferenza sulla "Tratta degli esseri umani", organizzata  da Caritas Internationalis e Pontificio Consiglio della Pastorale per Migranti e Itineranti ad Abujia dal 5 al 7 settembre . Marcello Storgato ha intervistato il porporato:

R. – L’immigrazione come tale non è il problema! Il problema è la tratta degli esseri umani, perché la gente si trova in situazione di grande necessità e impotenza. Certo, sono tanti i nigeriani che adesso si trovano in Europea e in America, che hanno un lavoro, che sono ben istruiti e che contribuiscono alla vita del Paese in cui vivono; ma il problema è quello dei tanti giovani, che in Nigeria sono disoccupati, che non hanno nulla da fare e che credono che non sia possibile rimanere in una situazione senza un futuro e senza speranza. L’alternativa - secondo me -  è trovare il modo di dare loro la possibilità di vivere con un po’ di speranza e di decenza [dignità] a casa loro e cioè in Nigeria. Dobbiamo chiedere al governo di fare tutto ciò che è necessario.

D. – E, infatti, il governo nigeriano chiede ai giovani di tornare a coltivare la terra…

R. – Questo non è serio! Non è serio dire a un giovane che ha appena finito l’università e che non ha mai coltivato la terra, di andare a coltivare la terra! Non è che poi ci siano così tanti terreni vuoti per chi vuole cominciare a farlo. Secondo: per coltivare la terra, si deve sapere come farlo e loro non sanno come fare. Quindi ciò che si sarebbe potuto fare, sarebbe stato cercare di aiutarli ad avere la conoscenza per poter diventare agricoltori. Anche quelli che fra loro hanno conseguito un diploma in agricoltura non sono certo in grado di andare a lavorare la terra, perché hanno fatto soltanto corsi teorici e non hanno avuto la possibilità di avere una conoscenza pratica.

D. – Forse ci vorrebbero delle scuole professionali, più adatte…

R. – Scuole adatte, che però non hanno fatto! E non soltanto per l’agricoltura, ma anche per tutti gli altri studi scientifici. Le università danno soltanto delle conoscenze teoriche: chi ha una laurea come ingegnere meccanico, non ha mai visto una macchina… Devono ricominciare da capo e imparare.

D. – C’è qualche progetto portato avanti dalla Chiesa o dalla Caritas o da altre Ong?

R. - La Chiesa cerca di portare avanti queste scuole di tipo professionale. Ma sono piccoli gesti che facciamo e che non riescono certo a risolvere tutto il problema… Se posso tornare al discorso dell’immigrazione, c’è tanto da fare per quanto riguarda l’impostazione teorica dei giovani: bisogna far sapere loro che non è affatto vero che in Europa tutto è bello. Hanno questa idea, ormai fissata nella loro mente: basta che io mi trovo in Italia o in America e tutti i problemi saranno risolti. Questo non è vero! Non vogliono capire che sarebbe meglio sforzarsi di riuscire in qualche modo e con pazienza a casa; invece di intraprendere un viaggio di avventura in un Paese lontano e sconosciuto. Si deve trovare il modo di convincerli a stare a casa ed avere un po’ di pazienza. Posso dire che ci sono tanti che sono rimasti a casa: per ogni giovane che si trova a Lampedusa, migliaia sono rimasti a casa.

D. – La cooperazione internazionale su quali progetti dovrebbe investire per il benessere dei giovani africani?

R. – Credo si possa aiutare i giovani con delle competenze, con le quali possano diventare “padroni” [autonomi]. Questa è una cosa molto importante! Per quanto riguarda l’immigrazione vorrei anche menzionare il fatto che il sistema dei visti per gli immigrati in Europa è così difficile, che molto spesso non possono venire in Italia legalmente: devono entrare in modo illegale e questo facilita e promuove il lavoro dei trafficanti! Se fosse possibile per i giovani, che vogliono venire in Italia a lavorare, avere la possibilità di avere un visto per poterlo fare, senza dover passare per le mani dei trafficanti, forse questo potrebbe risolvere qualche problema… Penso, ad esempio, al fenomeno dei siriani che sono entrati in Europa, quasi come un’invasione di quasi un milione di persone: poiché lì la situazione è insostenibile, sono venuti senza che nessuno chiedesse loro il visto di ingresso o tutte quelle che sono le cose burocratiche. E questo allora vuol dire che quando la gente arriva a un certo punto di disperazione, tutte le regole non contano più!

D. – Un’ultima domanda: come è la situazione generale, oggi, in Nigeria?

R. – Posso dire che adesso la gente è delusa, perché dopo le elezioni dello scorso aprile c’è stato un governo che ci aveva promesso un cambiamento delle cose e abbiamo pensato che ci sarebbe stato anche un cambiamento nel modo di governare: dopo un anno, però, sembra che non siano riusciti a fare le cose che avevano promosso di fare! Non sappiamo se la ragione sia una cattiva volontà o perché i problemi sono molto più grossi di quando hanno fatto le loro promesse elettorali. Stiamo aspettando, intanto… Certamente ci sono stati degli sviluppi che erano fuori dal loro controllo, come, ad esempio, la caduta del prezzo del greggio: e questo non è colpa del nuovo governo. Anzi, questo vuol dire che l’entrata, la riscossione del governo è meno della metà rispetto a prima e il problema del nuovo governo è quello di avere un bilancio che sia solido. Malgrado questo, però, resta il fatto che il governo non sia riuscito a mettere tutte le forze - politiche, sociali, economiche - della Nigeria insieme per affrontare una situazione di quasi emergenza. Noi diciamo: “Siete il governo e dovete governare!”. Non si può continuare a dare la colpa a ciò che ha fatto il governo precedente. Speriamo che cominceremo ad avere una maggiore azione comune in tutto il Paese, senza dare l’impressione che il governo dia più favore ai musulmani, a scapito dei cristiani. Anche se questo non è vero, ma si ha l’impressione di questo. Lo abbiamo dato al governo come nostro consiglio sincero: deve fare attenzione e non lasciare spazio a queste accuse.








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