2016-09-20 18:26:00

I leader religiosi: lo spirito di Assisi è la risposta a tutte le guerre


Nella cerimonia conclusiva dell’incontro di Assisi sono risuonate con forza le parole e le preghiere dei vari leader religiosi e di una vittima della guerra. Il servizio di Sergio Centofanti:

Tra chi parla c'è una profuga siriana, Tamar Mikalli, cristiana di Aleppo, giunta in Italia con tutti i familiari grazie a degli "angeli", ai “Corridoi umanitari” di Sant’Egidio: ricorda commossa quando regnava la convivenza religiosa nel suo Paese prima di una guerra che ancora non ha capito perché sia scoppiata. La preghiera - afferma - era l'unico sostegno che avevano sotto le bombe. Ripetevano sempre le parole di Gesù: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi". Poi Chiede di pregare per la Siria e per tutti i Paesi martoriati dai conflitti.

Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo ha invitato a “gesti coraggiosi” per aprire nuove vie al dialogo e alla collaborazione tra culture e religioni. “Non ci può essere pace senza rispetto e riconoscimento reciproco - ha detto - non ci può essere pace senza giustizia, non ci può essere pace senza una collaborazione proficua tra tutti i popoli del mondo”. Quindi, ha lanciato un appello alla difesa della vita, alla solidarietà con i poveri e alla salvaguardia del creato.

Il presidente del Consiglio degli Ulema indonesiani, Syamsuddin, ha detto che l'islam è una religione di pace e ha parlato dei frutti concreti nati dagli incontri di Assisi: la collaborazione tra musulmani e Comunità di Sant’Egidio da cui è scaturito, per esempio, il processo di pace nella regione filippina di Mindanao, a maggioranza islamica.

Il Rabbino israeliano David Brodman, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, ha affermato che “lo spirito di Assisi” è la risposta alla tragedia della Shoah e di tutte le guerre, “perché qui noi diciamo al mondo che è possibile diventare amici e vivere insieme in pace anche se siamo differenti”.

Il Venerabile Morikawa Tendaizasu, 257° patriarca giapponese del buddismo Tendai, ha invocato un mondo senza odio e disprezzo. “La storia - ha spiegato - ci ha mostrato che la pace conseguita con la forza sarà rovesciata con la forza” e che “l’odio non è cancellato dall’odio; l’odio può essere cancellato soltanto abbandonando l’odio”.

Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha affermato che “con la forza debole della preghiera e del dialogo” si può sconfiggere la guerra, “follia di gente avida di potere e denaro”. “Dalle religioni, senza confusione ma senza separazione - ha aggiunto - può sgorgare un popolo di artigiani di pace”. Quindi l’appello: “Bisogna eliminare per sempre la guerra che è la madre di ogni povertà. Come è stato fatto con la schiavitù”.

Prima di questi interventi avevano rivolto il loro saluto il vescovo d’Assisi, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, e padre Mauro Gambetti, custode Generale del Sacro Convento di Assisi. Mons. Sorrentino ha parlato della profezia dello “spirito di Assisi”: “uno spirito di preghiera, di concordia e di pace, che vuole essere una risposta ad un mondo intristito da tante guerre che talvolta, impropriamente, anzi in modo blasfemo e satanico, agitano  vessilli religiosi. In questa Assisi in cui il giovane Francesco prese le distanze dallo spirito del mondo per essere tutto di Cristo e dei fratelli, divenendo uomo di pace, la nostra riflessione e la nostra preghiera hanno gridato ancora una volta un no alla cultura della guerra e un sì alla cultura della pace”.

Infine, padre Gambetti ha parlato della profezia dell’umiltà di San Francesco di Assisi che nel 1219 a  Damietta incontrò il sultano Malik al-Kamil: “L’umiltà consente di trasmettere e di percepire l’Infinito, l’Assoluto, l’Eterno, dinanzi al quale tutti siamo nulla, un soffio, di pari dignità. Gli umili si rispettano, si apprezzano, si valorizzano vicendevolmente”. E' dall'umiltà, dunque, che può nascere la vera pace.








All the contents on this site are copyrighted ©.