Si sono svolti in forma privata, questa mattina, nella parrocchia di San Saturnino nel quartiere Trieste a Roma, i funerali di Carlo Azeglio Ciampi, Presidente emerito della Repubblica, morto il 16 settembre scorso all’età di 95 anni. L'omelia è stata pronunciata da mons. Vincenzo Paglia. Hanno partecipato al rito, tra gli altri, il Presidente Mattarella e il Presidente emerito Napolitano con la moglie Clio, il presidente della Bce Mario Draghi, Romano Prodi e la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Le esequie nel 70° anniversario di matrimonio con la moglie Franca
"L'intera Italia oggi è in lutto per il Presidente di tutti e siamo numerosi alla
celebrazione che apre a Carlo la porta del cielo", ha detto mons. Paglia che subito
dopo si è rivolto personalmente alla moglie Franca, seduta in prima fila accanto ai
figli Claudio e Gabriella, presenti anche numerosi nipoti e bisnipoti: "Franca tu
soprattutto senti la perdita perché proprio oggi, 19 settembre, nel 1946 tu e Carlo
vi eravate sposati a Bologna e questo 70.mo anniversario cade come una goccia di tenerezza
che almeno un poco smorza la crudezza della morte e del distacco. Anche oggi tu e
Carlo vi trovate insieme davanti all'altare del Signore".
Giovanni Paolo II sta qui, insieme agli angeli per accompagnarlo nel cielo di Dio
Il presule ha ricordato l'abitudine del Capo dello Stato emerito di avere con sé una
"foto che lo ritraeva guancia guancia con Papa Giovanni Paolo II durante la Giornata
Mondiale della Gioventù, quando a Roma erano arrivati 2 milioni di giovani da tutto
il mondo". In quell'occasione Ciampi aveva strappato al Pontefice una promessa: "Abbiamo
la stessa età - ha detto mons. Paglia citando le parole di Ciampi - se lei dovesse
morire prima di me, mi promette che mi verrà incontro e che non mi lascerà solo?”.
“Oggi - ha proseguito il presule - quella promessa si compie. Oggi Giovanni Paolo
II sta qui, insieme agli angeli per accompagnarlo nel cielo di Dio". Mons. Paglia,
durante l'omelia, ha ricordato anche i mesi della malattia che lo aveva "duramente
provato, ma mai è uscito un lamento dalle sue labbra e l'indebolimento progressivo
non lo ha mai visto perdere rigore e dignità". (S.C.)
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