2016-09-18 10:25:00

Al Congresso eucaristico, il pellegrinaggio nazionale delle famiglie


Si è tenuto ieri a Genova il nono Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia, nell’ambito del XXVI Congresso Eucaristico Nazionale. Il tema di quest’anno: “Famiglia ed Eucaristia, sacramenti d’amore per il mondo”. Una particolare attenzione è stata rivolta all’accoglienza delle famiglie colpite dal terremoto del Centro-Italia, presenti per dare la loro testimonianza. Maria Carnevali ha intervistato Salvatore Martinez, presidente Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, movimento che ha promosso l’evento:

R. – Siamo giunti alla IX edizione del Pellegrinaggio nazionale delle famiglie per la famiglia, che sorge all’indomani del “Family Day”: era il 2007. Sono centinaia e centinaia di famiglie che ci hanno raggiunto da tutta Italia, quest’anno a Genova in occasione del Congresso Eucaristico, in collaborazione con il Forum delle associazioni familiari e l’Ufficio nazionale di pastorale della famiglia, per ridire la bellezza del matrimonio cristiano. Quest’anno del Sacramento del matrimonio alla luce dell’Eucaristia: Eucaristia e matrimonio sono entrambi ostensione e incarnazione dell’amore di Dio. E dunque siamo particolarmente felici di aver voluto sottolineare la gioia di essere famiglie cristiane all’interno di questo importante evento, che è il Congresso Eucaristico Nazionale.

D. – Il pellegrinaggio delle famiglie si inserisce nell’Anno Giubilare della Misericordia: come nella famiglia si può leggere la preziosità della misericordia di Dio e come i genitori possono trasmettere la consapevolezza di tale amore anche ai figli?

R. – Papa Francesco ci invita a dare corso alle opere della misericordia: la misericordia, come l’amore, deve essere in atto, non può essere un concetto filosofico o un sentimento. E credo che per educare i figli, e trasmettere la fede in famiglia, sia fondamentale quest’anno ribadire il valore delle opere di misericordia spirituale; perché è proprio in casa che si annidano i dubbi, le ignoranze, i peccati, le afflizioni, le offese, le impazienze, e soprattutto la mancanza di preghiera. Chi impara a pregare sa anche parlare: sa parlare di Dio agli uomini e sa parlare agli uomini di Dio. L’arte della preghiera non è soltanto l’arte del dialogo, ma è anche l’arte dell’attesa, direbbe Papa Francesco: della “negoziazione”; insomma, ci mette in relazione. Le famiglie sono spesso – purtroppo – scuole di solitudine oggi piuttosto che di educazione alla vita. Dunque ripartire dalle opere di misericordia può essere l’antidoto a tanti mali del nostro tempo.

D. – Il tema è “Famiglia ed Eucaristia”: come possiamo leggerlo alla luce del Sinodo sulla Famiglia e dell’Esortazione apostolica del Santo Padre “Amoris laetitia”?

R. – Papa Francesco intanto apprezza i gesti e chiede che siano promossi, come questo appartenente all’espressione della pietà popolare. Un pellegrinaggio è un tesoro di spiritualità per molte famiglie, perché mette in relazione, proprio in chiave intergenerazionale, nonni, genitori e figli, e trova nella preghiera una speciale forma di unità e di trasmissione della fede. Ma Papa Francesco, in “Amoris laetitia” n. 86, sottolinea anche l’indissolubilità del matrimonio e la fedeltà che gli sposi devono riscoprire. Guardando all’Eucaristia, tutto questo appare ancora più facile: l’Eucaristia è l’espressione di una parola data, di un amore dato e mai ritirato, di un amore offerto ogni oltre limite. E dunque la famiglia guarda a questa scuola che è l’Eucaristia, e con l’Eucaristia diventa l’ostensione di questo amore. In fondo, la fragilità di una coppia e di una famiglia è nella stessa fragilità del pane che si spezza e che deve essere consumato, perché altrimenti diventa come una pietra e viene scartato. L’amore di Dio viene oggi ampiamente scartato nella misura in cui non se ne fa esperienza. La famiglia è il luogo nativo dell’amore ed è il luogo che più di chiunque altro ci dice la verità e l’attualità dell’Eucaristia.

D. – Si parla di “Sacramenti di amore per il mondo”: quale testimonianza la famiglia è chiamata a dare nella società concretamente?

R. – Abbiamo ascoltato tre testimonianze per dire in quanti modi le famiglie concorrono al bene comune, al bene dell’umanità. Una coppia ha testimoniato il valore della vita: quindi l’apertura alla vita nell’esperienza dell’affido di più figli, affidati e poi adottati. Un’altra famiglia ha parlato del valore della grazia nella famiglia, quando tutto sembra crollare con la morte prematura di un figlio e i tumori che si accaniscono tanto sullo sposo quanto sulla sposa. E poi una famiglia terremotata: una signora che ha perduto il marito, il figlio, il padre, la madre, il cognato e le case, e che conserva la consolazione dello Spirito; e dunque ha mostrato che cosa può fare la fede e l’apertura alla grazia. Ecco, se queste famiglie si muovono verso il mondo, allora davvero diventano la rappresentazione più eloquente e convincente dell’amore di Dio.








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