2016-09-17 17:00:00

Parlamentari in Russia: favorito il partito di Putin


Urne aperte oggi  in Russia per il rinnovo dei 450 seggi della Duma. Secondo tutti i sondaggi, il partito "Russia Unita" del presidente Vladimir Putin continuerà a dominare il Parlamento, registrando una lieve flessione per il peggioramento del quadro economico e l'isolamento internazionale dovuto al conflitto ucraino. In forte calo l’affluenza: alle 18 era al 39,37% contro il 51,7% della stessa ora nel 2011. Questo avrebbe favorito Russia Unita. Per la prima volta partecipano alle elezioni russe anche i cittadini della Crimea, la penisola sul Mar Nero annessa dalla Russia nel 2014 a seguito della guerra nell’Est dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno fatto già sapere che non riconosceranno la legittimità e il risultato delle consultazioni per la Duma russa programmate in tale territorio.  Sulla tornata elettorale, Marco Guerra ha intervistato Danilo Elia dell’Osservatorio Balcani e Caucaso:

R. – Sicuramente nessuna sorpresa: questo è ormai pacifico. Chi si aspetta un risultato elettorale di interesse, rimarrà deluso. Sarà comunque interessante vederne lo sviluppo da un altro punto di vista, cioè non proprio da quello del risultato, che sicuramente confermerà a larghissima maggioranza il partito “Russia Unita” del presidente, ma più che altro per vedere proprio lo stato di funzionamento della macchina del Cremlino in relazione alla gestione delle elezioni. Un dato in particolare: quello dell’affluenza. E’ forse il più interessante. Infatti, queste elezioni sono state anticipate: erano inizialmente previste per dicembre, sono state anticipate a settembre; per molti osservatori è stata una mossa che tenta di fare abbassare l’affluenza degli elettori. Una bassa affluenza può comportare soltanto un maggior risultato per il partito di Putin.

D. – Quali gli schieramenti in campo e i temi della campagna elettorale? Oltre a “Russia Unita”, c’è qualche altro partito che è significativo sulla scena politica russa?

R. – L’unico partito che ha un minimo di ruolo politico di opposizione è probabilmente il partito Iabloko. Il dato interessante è - e spesso viene sottovalutato - che a queste elezioni partecipano molti partiti. Secondo diversi osservatori, questa è una strategia voluta per diluire proprio il voto di protesta: cioè questo 15-20% si diluisce tra una quindicina di partiti e nessuno riesce ad arrivare anche soltanto alla soglia di sbarramento. Ecco perché il dato dell’affluenza può essere significativo: perché con un elettorato tipicamente apatico, come quello russo, sicuramente gli elettori che supportano Putin e il suo partito andranno a votare; saranno invece più o meno motivati - dalla crisi, dalla condizione economica, dal malcontento per la corruzione - gli elettori delle opposizioni. Quindi, più alto sarà il dato di affluenza, più noi potremo interpretarlo come un segnale contrario al Cremlino. Fermo restando che il risultato elettorale vero e proprio non desterà sicuramente sorprese.

D. – Si vota anche in Crimea, il territorio annesso dalla Russia due anni fa. Che cosa significa questo voto in Crimea? Gli Stati Uniti hanno già detto che non verrà riconosciuto …

R. – Sì, infatti: è la prima volta che gli abitanti della Crimea, con il passaporto russo nuovo, votano in elezioni della Federazione Russa. Ma la sovranità russa non è riconosciuta da quasi nessun Paese della comunità internazionale; dal punto di vista della comunità internazionale è un’elezione non valida. Bisogna vedere come essa e come gli osservatori - per esempio - affronteranno la questione. Riconosceranno o non riconosceranno questo voto?

D. – Quali sfide si aprono in Russia dopo queste elezioni? Quali sono le emergenze che deve affrontare il Paese?

R. – Al momento, l’emergenza principale è la crisi economico-finanziaria dovuta ai bassi prezzi delle materie prime, di cui la Russia è grandissima esportatrice, e anche alle sanzioni occidentali, per quanto potranno durare: sanzioni decise per la crisi ucraina. Ma c’è anche un altro aspetto che sta emergendo sempre di più e potrebbe svolgere un ruolo in queste elezioni: la sempre più maldigerita corruzione dell’establishment russo che, appunto, i cittadini russi sempre più difficilmente riescono a mandare giù, in un momento di grossa crisi economica in cui gli stipendi medi si vanno erodendo sempre di più, la classe media che timidamente era emersa nell’ultimo decennio, nell’ultimo quindicennio, comincia ad impoverirsi sempre di più. Quindi, questi sono i fattori che possono mettere maggiormente in difficoltà la leadership di Putin.

D. – Ma la popolarità di Putin comunque non è cambiata?

R. – Direi che la popolarità del presidente è sempre stratosferica: gode di un fortissimo supporto popolare, le voci dissonanti sono poche, sono isolate, sono poco influenti e hanno – appunto – scarsa presa su una popolazione che non si è mai granché appassionata alla politica e comunque ama una figura di leader che Putin incarna perfettamente.








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