2016-09-17 11:03:00

Colombia: vescovi ottimisti sulle trattative di pace con l’Eln


Nonostante lo “sciopero armato” indetto dall’Esercito di liberazione nazionale (Eln) in sei dipartimenti del Paese – un avvenimento che sta causando il blocco di trasporti, lavoro, scuola e qualche episodio di violenza -  il vescovo di Tibú, in Colombia, mons. Omar Alberto Sánchez Cubillos, esprime ottimismo sulla possibile apertura di trattative di pace anche da parte della seconda formazione della guerriglia colombiana, dopo l’accordo raggiunto tra il governo e le Forze armate rivoluzionarie (Farc).

Le attese del referendum del 2 ottobre
In un’intervista pubblicata sul sito della Conferenza episcopale colombiana (Cec) e ripresa dall’agenzia Sir, mons. Sánchez esprime “la forte speranza che l’Eln si appresti a orientare le sue azioni secondo la direzione che prenderà il Paese”. La Colombia, infatti, si appresta a votare, tramite referendum, l’intesa raggiunta tra l’esecutivo e le Farc. Gli accordi saranno siglati il prossimo 26 settembre, mentre la votazione popolare si terrà il 2 ottobre. “Il Paese si trova di fronte ad una decisione molto importante – sottolinea il presule - per entrare in un nuovo dinamismo” verso una pace piena.

Formazione per i sacerdoti che operano nelle zone di conflitto
Intanto, il Dipartimento di animazione missionaria e la Commissione di riconciliazione nazionale della Cec hanno avviato il primo “Laboratorio di formazione e accompagnamento” per quei sacerdoti, religiosi, religiose, laici ed operatori pastorali che agiscono nelle zone dove, prossimamente, saranno concentrati ed accampati i membri delle Farc in uscita dalla guerriglia, così come richiesto dagli accordi di pace.

Costruire la riconciliazione e la pace
L’iniziativa è stata pensata per fornire strumenti pastorali e nozioni di diritto internazionale e umanitario, ma anche per favorire la crescita di una spiritualità in grado di superare i conflitti. In particolare, si intende rafforzare l’opera di sacerdoti e religiosi come segno della presenza di Cristo, contribuendo così alla costruzione di scenari di riconciliazione e pace. In tal modo, secondo la Commissione organizzatrice del laboratorio, la Chiesa cattolica sarà “garante di pace, in ricerca dell’uguaglianza nel cammino del post-conflitto nel Paese”.








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