2016-09-17 08:12:00

Bratislava: Ue indispensabile ma restano divisioni


L’ Unione europea non e' perfetta ma e' il migliore strumento davanti alle nuove sfide: resta per noi indispensabile. Così la dichiarazione finale del vertice di ieri a Bratislava, il primo senza la Gran Bretagna. I 27 leader però, al di là di una road map concordata e di un consenso ad una comune difesa, restano divisi sui nodi cruciali: economia e migrazioni. Forte il dissenso dell’Italia, assente dalla conferenza stampa congiunta Parigi-Berlino. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Franchezza e cooperazione tra i leader europei: questo lo spirito di Bratislava.”Qui è iniziato un processo” ammette la cancelliera Merkel "perché l’Unione torni ad essere attraente per i cittadini".Lo faremo in almeno tre tappe, dicono Berlino e Parigi, entro il sessantesimo dalla fondazione dell’Ue a marzo 2017. In realtà è chiaro che al di là del minimo comune denominatore d’intenti manchi la sostanza: "si costruiscano ponti e si abbattano muri" aveva detto ieri il Papa ai vescovi europei, eppure la politica non sembra riuscire a farlo. E così sui migranti. Nessuna modifica ai trattati, a causa della richiesta di solidarietà flessibile dai paesi dell’est, il cosiddetto gruppo di Visegrad - Polonia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica ceca-, sì invece a livello di dichiarazioni, al rafforzamento delle frontiere esterne entro fine anno e sì all’accordo con Ankara ma nessun riferimento ai paesi d’origine dei migranti. "Un fallimento della solidarietà" secondo l'Unhcr. C'è accordo anche sul rafforzamento della sicurezza comune contro il terrorismo e sul piano controlli lanciato da Junker nei giorni scorsi. Pieno accordo su una difesa comune, secondo le linee presentate da federica Mogherini, ma anche in questo caso ogni decisione è rimandata ai prossimi vertici. L'Italia lamenta uno stallo anche sulla politica economica e il premier italiano Renzi si sinfuria: richiama Berlino al rispetto delle regole sul surplus commerciale e nulla ottiene sulla fine dell’austerity e sul fiscal compact per far tormare a cresceree l’Europa.








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