2016-09-14 14:22:00

Juncker: l'Europa sia più sociale. Flessibilità intelligente


Discorso sullo Stato dell'Unione di fronte al Parlamento di Strasburgo di Jean-Claude Juncker: “Il patto di stabilità non diventi patto di flessibilità” dice il presidente della Commissione Ue che invoca una forte assunzione di responsabilità e una Europa più “sociale”. La priorità è difendersi dal terrorismo, dice Juncker, annunciando da novembre la registrazione di chi entra nell'Unione. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Economia, migrazioni, terrorismo nel discorso di Juncker su una Europa nel pieno di una crisi esistenziale e con un livello di indebitamento ancora troppo alto. Per questo la ricetta è guardare alle ragioni e non applicare punizioni, anzi sostenere gli sforzi di riforme in corso. Bene il patto di stabilità, dice Juncker, purchè non diventi di flessibilità: servono buonsenso e intelligenza per non ostacolare la crescita. Capitolo Brexit, attenzione ai populismi ma l’Ue non ne è minacciata, sarebbe meglio comunque avvenisse al più presto. A negoziarla sarà una équipe apposita, il Gruppo di lavoro articolo 50, guidato dal francese Barnier.

Juncker sponsorizza il rafforzamento anche di una difesa comune europea, una sorta di quartier generale efficace per quella che resta la priorità, cioè la lotta al terrorismo. Entro novembre la Commissione proporrà un sistema europeo di registrazione dati sui viaggi, in modo da sapere chi è autorizzato a spostarsi nella Ue prima che vi arrivi .Sui migranti l’invito è ad un’azione immediata a tutela dei minori non accompagnati e ad una maggiore solidarietà in termini di ricollocamenti.

Sul capitolo spinoso della liberalizzazione dei visti con la Turchia: avverrà solo, spiega Juncker, quando Ankara avrà rispettato tutti i requisiti. Più responsabilità collettiva dunque e un’Europa più sociale che incrementi l’occupazione e l’equità, sono le raccomandazioni di fondo. In questa direzione va anche l’incremento chiesto al fondo di investimenti europeo. Abbiamo chiesto un commento a Flavio Felice, ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università del Molise:

R. – Quando si parla di un’Europa più sociale, non significa un’Europa più assistenziale. Quando Juncker invita ad una mobilitazione per il sociale, non significa invitare gli Stati membri ad assumere maggior debito pubblico per finanziare l’assistenza. Significa probabilmente tornare alle radici, all’origine del progetto europeo, cioè di fare dell’Europa la più ampia area concorrenziale del mondo; di rompere tutti quei vincoli monopolistici – lacci e lacciuoli – che non consentono alla concorrenza di realizzare quel progetto di diffusione possibile della ricchezza mediante il dinamismo dei mercati.

D. – Quando Juncker invoca anche buon senso e intelligenza nell’applicazione del patto di stabilità va in questa direzione?

R. – Sì, c’entra. Infatti cosa afferma Juncker? Un uso intelligente della stabilità è la condizione perché si abbiano mercati ordinati, dinamici, il taglio delle tasse, il taglio della spesa pubblica e la revisione della spesa. In questo modo, i mercati vengono riordinati e possono diventare uno strumento di solidarietà senza cadere nell’assistenzialismo.








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