2016-09-13 14:30:00

Venezuela. Appello dei sacerdoti: aprire corridoi umanitari


“Bisogna aprire quanto prima un corridoio umanitario”: questo l’appello lanciato da don Erwin Guerrero, della diocesi venezuelana di San Cristoforo, in visita presso la sede romana di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). Denunciando le sofferenze della popolazione venezualana, il sacerdote sottolinea che nel Paese “mancano cibo e medicine, la crisi economica e monetaria sono peggiorate, ma il governo nega sistematicamente questa situazione”, cercando, al contrario di attaccare al Chiesa locale che  “si è attivata per far affluire gli aiuti umanitari” all’interno della nazione.

Mancano cibo e medicine, a rischio soprattutto i più poveri
“La diocesi di San Cristoforo – spiega don Guerrero, in una nota diffusa da Acs - ha un seminario con 350 studenti, e siamo stati costretti a farli tornare a casa in anticipo per mancanza di cibo”. Lo stesso accade per gli anziani nelle case di riposo. E “la situazione è ancora peggiorata, basti pensare alla gravissima crisi monetaria” in corso. Vi sono poi altri problemi che riguardano specificamente le relazioni fra Stato e Chiesa: ad esempio, spiega il sacerdote, la convenzione in merito all’educazione fa sì che lo Stato possa minacciare di revocare parte dei finanziamenti riguardanti circa 900 istituzioni educative gestite dalla Chiesa, mettendo a rischio la formazione di quasi un milione di alunni, appartenenti soprattutto alle fasce più povere della popolazione.

Il mondo non si dimentichi del Venezuela
​“Il popolo venezuelano – ribadisce il sacerdote - vede nella Chiesa l’istituzione più credibile, e sa che essa può ricevere aiuti dall’estero”. Di qui, l’appello affinché “si continui a parlare di questa situazione e tutti conoscano la miseria del popolo venezuelano”. “Gli aiuti disponibili, anche quelli di Acs, devono arrivare ai poveri – conclude don Guerrero - e per far questo è necessaria l’immediata apertura di un corridoio umanitario”. (I.P.)








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