2016-09-13 12:13:00

Pakistan. Mons. Coutts: cristiani ancora vittime di violenze


Difficile è la vita per i cristiani del Pakistan, spesso vittime di ingiustizie e di attacchi da parte di gruppi islamici estremisti. Intanto è ancora in discussione la revisione sulla legge sulla blasfemia. Ascoltiamo il commento di mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale pakistana, al microfono di Marina Tomarro:

R. – The basic problem we are facing in Pakistan at the moment…
Il problema principale che ci troviamo ad affrontare, in questo momento, in Pakistan, è quello legato all’estremismo di alcuni gruppi islamici, che sono soliti usare la violenza, il terrore, i bombardamenti, che uccidono. E questo è qualcosa che non riguarda unicamente i cristiani, ma che caratterizza l’intero Paese. Tutto il Paese, allo stato attuale, è preoccupato proprio da questi gruppi estremisti, da questi gruppi violenti. La questione è affrontata in modo molto forte, con l’aiuto dell’esercito pachistano: sono ormai due anni che è stata lanciata una operazione militare per combattere le roccaforti di questi gruppi e distruggere le loro armi ed i loro rifugi. Quindi la situazione – grazie proprio a questa operazione militare – è certamente migliore rispetto a come fosse qualche anno fa.

D. – Ci sono novità riguardo alla situazione di Asia Bibi? Ormai sono tanti mesi che non ci arrivano neanche più notizie…

R. – Blasphemy victims are many …
Le vittime della legge sulla blasfemia sono tante! Non c’è soltanto Asia Bibi… La questione è ancora in discussione. Penso che la cosa positiva sia, però, che la Corte Suprema abbia detto recentemente – qualche mese fa – che criticare la legge sulla blasfemia non è la stessa cosa che essere giudicati blasfemi. Per voi questo potrebbe, forse, sembrare un po’ semplicistico: ma non lo è! Io credo che sia, invece, un importantissimo passo, perché alcune persone sono state uccise soltanto per aver criticato la legge sulla blasfemia. Il governatore del Punjab – ad esempio - è stato ucciso dalla sua guardia del corpo, istigato dal fanatismo estremista: lui non aveva parlato contro il Profeta, non era stato blasfemo: aveva soltanto criticato la legge in quanto tale. Adesso, però, la Corte Suprema ha detto che non è più considerato blasfemo criticare questa legge. Sono tanti i pachistani – anche molti musulmani – che sostengono che questa legge non venga ben applicata e che alcuni cambiamenti devono essere fatti. Non è ancora chiaro, però, come questo possa essere fatto o cosa possa essere fatto. Ma il fatto importante è che si è cominciato a parlare e questo rappresenta certamente un positivo passo avanti.

D. – Perché è importante che i cristiani ci siano e non vadano via dal suo Paese?

R. – You see these news of people leaving the country: is not only christians…
Guardi queste notizie di persone che lasciano il Paese non riguardano solo i cristiani. Coloro che prendono questa decisione lo fanno per diversi motivi. Ci sono alcuni che sono perseguitati e questo è vero! Ma ci sono anche tanti altri - anche tanti musulmani - che vogliono lasciare il Paese per ragioni politiche. C’è poi chi lo fa per ragioni economiche: c’è una migrazione economica a causa della povertà. E questo perché non vedono alcuna possibilità nel loro Paese e cercano una vita migliore, cercano maggiori e migliori possibilità. Purtroppo, però, hanno questa percezione errata che all’estero tutto andrà bene e che tutto sarà ok.








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