È un appello “alla responsabilità ed alla solidarietà di tutto il popolo di Dio” quello lanciato dalla Conferenza episcopale argentina per far fronte alla “tragica situazione dei profughi e richiedenti asilo siriani, in cerca di una vita migliore, lontano da guerre, povertà, fame e sfruttamento”. In una nota congiunta delle Commissioni episcopali per le Migrazioni e per la Giustizia e la pace, i presuli si dicono “disponibili a mettere a disposizione dei richiedenti asilo l’assistenza legale necessaria, lezioni di lingua spagnola e la dovuta assistenza spirituale”.
Contributo della Chiesa è fondamentale
“È fondamentale il contributo della Chiesa – continuano i presuli – attraverso programmi
di sensibilizzazione, mobilitazione, assistenza, monitoraggio e consulenza messi in
atto dalle comunità religiose e parrocchiali nei punti di arrivo dei rifugiati”. “Di
fronte alle tragedie che colpiscono l'umanità, Dio non è indifferente, non è lontano
– concludono le due Commissioni episcopali - Egli è il nostro Padre, che ci sostiene
nella costruzione del bene e nel rifiuto del male”, invitandoci a "prendersi cura
con tenerezza” dei sofferenti.
Cinque anni di conflitto
Iniziato nel marzo del 2011, nel contesto della così detta “Primavera araba”, il
conflitto siriano si è poi trasformato in una vera guerra civile nel 2012. Le proteste
iniziali avevano l'obiettivo di spingere alle dimissioni il presidente Bashar al-Assad;
in seguito si è aggiunta una componente estremista. Cinque anni di conflitto hanno
provocato un numero altissimo di morti, feriti e sfollati. Cifre certe ed attendibili
non sono facili da stilare, ma secondo le stime più ricorrenti, le vittime sarebbero
almeno 250mila, mentre circa la metà della popolazione originaria del Paese sarebbe
stata costretta alla fuga per sopravvivere. (I.P.)
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