2016-09-07 12:08:00

Al via il Giubileo dei docenti universitari e dei centri di ricerca


Sono oltre 1.500 i docenti universitari giunti da tutto il mondo per partecipare al Giubileo delle Università e dei Centri di Ricerca, promosso Congregazione per l’Educazione Cattolica in collaborazione con Ufficio per la Pastorale Universitaria della diocesi di Roma, che si apre oggi alla Pontificia Università Lateranense e che si concluderà domenica. Tra i punti centrali dell’evento, che ha come filo conduttore il tema “Conoscenza e Misericordia. La terza missione dell’Università”, il XIII Simposio internazionale dei docenti universitari e l’udienza giubilare con Papa Francesco, sabato prossimo. Marina Tomarro ha intervistato Cesare Mirabelli, presidente del Comitato organizzatore:

R. – Il Simposio vede come vi è un intreccio tra conoscenza e misericordia, a iniziare dalle lezioni magistrale iniziali, scienze e uomo, ragione e fede, argomenti generali ma che toccano aspetti che riguardano la misericordia che poi si inserisce nelle 22 sessioni parallele nelle quali poi si svilupperanno in molti convegni che si inseriscono nel simposio. L’idea di fondo nell’Anno giubilare è fare un percorso che sia proprio delle università, ma inserirlo nell’ambito giubilare sia come atteggiamento e percorsi individuali sia dal punto di vista dell’istituzione universitaria.

D. – Per questa edizione si dà grande importanza anche alla ricerca. Perché?

R. – La ricerca è uno degli elementi essenziali che caratterizza le università. Ricerca e insegnamento, didattica, perciò l’accumulo del saper dire e diffusione del sapere, ricerca e conoscenza... Ma vediamo alcune espressioni che possono far riferimento alla misericordia. Non possiamo leggere in maniera ampia l’opera di misericordia, perchè non racchiude solamente un aspetto didattico, ma ad esempio consigliare i dubbiosi ha un riferimento anche alla conoscenza. Anche se abbiamo attenzione alle opere di misericordia corporale, dar da mangiare non è solo un’attenzione a quello che la terra può dare ma anche al contributo dell’economia allo sviluppo. Ci sono perciò non direi tracce, ma riferimenti alla misericordia in ogni elemento di riflessione. Richiamare questo in maniera sistematica mi pare sia uno degli obiettivi del simposio.

D. – Quanto è importante anche questo lavoro di rete internazionale tra le differenti università?

R. – Il punto di partenza è un rapporto che si è consolidato nel tempo – ed è molto fruttuoso – tra le differenti Università romane, per impulso della pastorale universitaria del Vicariato. Roma ha un bacino di ricerca, di docenti, di attività didattiche anche internazionale. Esiste un collegamento ed esiste un servizio che vuole essere dato. Infatti, vi è una straordinaria presenza di docenti stranieri in questo Simposio come nei precedenti, ma in questo la partecipazione è davvero molto ampia. L’università per sua natura non ha confini, è aperta non solo al dialogo ma alla contaminazione di culture di idee, perciò è una vocazione universale in qualche misura. Roma ha le caratteristiche per contribuire a sviluppare questo rapporto. Il Simposio è una traccia di questo. Nell’ambito di questi incontri, tra l’altro, ci saranno anche delle altre iniziative. Una particolarmente importante è l’incontro mondiale dei rettori che tocca dei temi di grande attualità come quello delle diseguaglianze, delle migrazioni, dello sviluppo sostenibile, della dimensione umana e della crisi ecologia. Come si vede sono temi non solo legati all’attualità, ma nei quali un atteggiamento che sia ispirato alla misericordia si innerva nelle riflessioni culturali e nelle linee di azione che possono essero proposte.








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