2016-09-04 14:38:00

Tanti albanesi e indiani in Piazza San Pietro per Madre Teresa


Grande la gioia delle decine di migliaia di fedeli giunti da tutto il mondo, in Piazza San Pietro, per assistere alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Molti gli albanesi e gli indiani con le loro bandiere. Ascoltiamo le loro emozioni raccolte da Marina Tomarro:

D. – Padre, da dove viene?

R. – Sono indiano. Volevo essere qua e sono molto felice. Madre Teresa di Calcutta è amata da tutto il mondo perché ha lavorato per i poveri, per gli ammalati, per gli esclusi, perché loro sperimentassero l’amore misericordioso di Dio: questo è il messaggio che Madre Teresa trasmette al cuore di ciascuno di noi. Quindi, essere qui è una benedizione, per me …

D. – Lei vive in India: questa canonizzazione come è sentita?

R. – E’ sentita molto, molto profondamente: tutta l’India oggi festeggia. Un tocco divino è venuto in India tramite Madre Teresa di Calcutta.

D. - Lei è italiana...

R. – Sì, Madre Teresa per me specialmente ha un significato particolare, perché ho avuto occasione di incontrarla …

D. – Cosa ricorda di questo incontro?

R. – C’erano Chiara Lubich, Madre Teresa e il Papa, insieme; quindi è stata una giornata che ha cambiato la mia vita: il ricordo me lo porto dietro fino al giorno di oggi.

D. – Da dove viene?

R. – Dal Venezuela. Lei per noi è molto importante, una figura molto attuale perché la sua vita è una testimonianza viva e attuale.

R. – Io sono indiana. Per noi è una mamma: lei ha aiutato tanto l’India. Io vengo dal Kerala: siamo tanto contente!

D. – Padre, voi siete la comunità albanese di Legnano: cosa vuol dire per voi essere qui, oggi?

R. – E’ un dono divino, soprattutto per la Chiesa, ma in particolare per l’Albania perché anche l’Albania ha sofferto ed è bello che una figlia di questo popolo abbia dimostrato di avere un amore grande come Dio verso chi soffre.

D. – In Albania, come è stata accolta questa canonizzazione?

R. – Per gli albanesi è un giorno bellissimo: in tutto il XX secolo, ma anche nella storia dell’Albania anche come Chiesa, sono rari i Santi di sangue albanese che sono conosciuti in tutto il mondo. Madre Teresa è il primo fiore della Chiesa in Albania che rinasce dopo tanti anni di buio. E’ un bellissimo giorno!

D. – Da dove venite?

R. – Veniamo da Scutari: siamo contenti, oggi, siamo felici, sinceramente, e molto emozionati. La figura di Madre Teresa, per noi e per tutto il mondo, è la madre di tutti. Insomma: due madri non ci sono, invece noi ce l’abbiamo: c’è anche Madre Teresa. Questo è un evento straordinario e credo che sia stato per tutti noi un momento di grande gioia, perché l’aspettavamo. Il Papa ha detto che Madre Teresa la chiamiamo “Madre” e continueremo a chiamarla “Madre”. Lavoro in Albania da cinque anni; sono argentino. Allora per me c’è stato tutto un evento: venire qua in Piazza San Pietro, partecipare con la comunità di albanesi, che è grande, poi portare tutta questa gioia al mondo.

D. – Il Papa vi ha affidato alla figura di Madre Teresa per il vostro operato di volontariato: cosa vuol dire, per voi?

R. – Aiutare gli altri, chi ha bisogno, gli ultimi, i più deboli, i malati.

R. – Vuol dire fare affidamento su una cosa grandissima che ci ha insegnato Nostro Signore: la carità. Fare qualcosa senza avere niente in cambio. Questo ci ha insegnato e ci insegna tuttora Madre Teresa.

D. – La figura di Madre Teresa quanto vi è d’ispirazione a voi delle Misericordie?

R. – Tantissimo! Per me era già Santa, già prima …








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