2016-09-04 12:30:00

Mons. Machado: anche per l'India Madre Teresa è santa


In Albania è stata seguita con particolare gioia la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Ma anche in India il rito ha suscitato attenzione. Ascoltiamo mons. Felix Machado, arcivescovo della Diocesi indiana di Vasai, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – L’India è un Paese in cui il senso del sacro è molto vivo ed è per questo che il concetto di santità è molto presente nella coscienza degli indiani. Tutti sanno chi è santo: “santo” è una persona unita a Dio, è una persona che ha vissuto una vita riflettendo la presenza di Dio. Per questo, tutta l’India e ciascun indiano capisce molto bene ciò che sta facendo a Roma il Santo Padre dichiarando santa Madre Teresa.

D. – Come accolgono i cristiani in India questa canonizzazione?

R. – Oh, i cristiani sono felicissimi! Ogni parrocchia, ogni luogo, anche dove si trovano le bidonville, sono tutte decorate: per noi cristiani è una festa da non perdere! Nella mia diocesi, nella stessa ora in cui il Santo Padre presiede questa cerimonia in Vaticano, io celebro una Messa insieme a tutti i miei sacerdoti e tutto il popolo, perché noi abbiamo una chiesa dedicata a Madre Teresa e quindi cambieremo il suo nome da Beata Teresa in Santa Teresa.

D. – Cosa dicono i poveri di Madre Teresa, quanti sono stati aiutati in India da Madre Teresa e dai missionari e dalle missionarie della carità?

R. – I poveri hanno nominato Madre Teresa come loro protettrice. I poveri sanno che Madre Teresa rappresentava la loro voce sulla terra e che ora Madre Teresa è la voce presso Dio, in cielo. Questi poveri sono pieni di gratitudine per la vita di Madre Teresa, per ciò che ha fatto e per ciò che ha significato per tutti questi poveri. Quindi anche i poveri sono felicissimi!

D. – Qual è, oggi, la situazione dei cristiani in India?

R. – Io direi che la situazione va avanti senza grandi disagi. Qualche volta, un po’ qui e un po’ là, c’è qualche incidente, che è certo spiacevole per noi. Ma direi che la Chiesa sta facendo ogni sforzo possibile per dimostrare che i cristiani sono interessati a questo Paese. Noi vogliamo costruire la nostra nazione e vogliamo essere cittadini degni dell’India. Chiediamo, però, anche di essere rispettati. Noi siamo qui e come cattolici abbiamo la libertà religiosa per vivere come cattolici, come cristiani, come discepoli di Gesù e quindi anche la libertà di proclamare ed annunciare il Vangelo di Gesù non solo con le labbra, ma anche con i nostri gesti, con i nostri progetti, col nostro lavoro nei confronti dei più poveri.

D. – Dunque ci sono meno violenze anticristiane, meno discriminazioni contro i cristiani?

R. – Certo! Anche il nostro primo ministro ha rivolto un grande omaggio a Madre Teresa, dicendo tutte quelle cose che sono vere e che noi sappiamo, ma lo ha detto anche a tutti gli altri. E questo rappresenta un passo avanti per tutti noi; così come la delegazione presente alla cerimonia di canonizzazione di Madre Teresa è certamente una buona notizia per noi. I passi che compie il governo ci danno molta, molta consolazione e ci danno speranza che arriveremo a vivere in India come concittadini degni del Paese. Faremo tutto il possibile per contribuire a fare dell’India un grande Paese, come è sempre stato nella storia.








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