2016-09-04 20:11:00

Il dopo terremoto: dalle tende alle casette di legno


La ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto dovrà rispettare l’identità del luogo. E’ quanto ha detto questa mattina il commissario alla ricostruzione Vasco Errani ad Arquata poi a Pescara del Tronto insieme al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che da parte sua sottolinea: arriva il freddo, via le tendopoli prima possibile. Servizio di Giampiero Guadagni:

Allerta meteo da domani nelle zone terremotate. In particolare sono attesi temporali, anche intensi, nelle Marche, con rischi di dissesto idrogeologico. E intanto il sindaco di Amatrice vieta l’uso dell’acqua: non è infatti potabile. E dalle condizioni atmosferiche dipenderà anche il regolare avvio dell’anno scolastico, fa sapere il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Il clima sta dunque cambiando e il capo della protezione civile Curcio spiega che si stanno individuando le zone per realizzare casette di legno. Che, sottolinea il commissario alla ricostruzione Errani, avranno qualità abitativa e non emergenziale. E dalla Cina il premier Renzi sottolinea la necessità di restituire prima possibile ad una vita normale chi ora è costretto nelle tende. Al momento sono in tutto 4.695 gli sfollati assistiti a seguito del sisma. Il governatore della Lombardia Maroni mette a disposizione i prefabbricati di Expo che, assicura, si possono smontare e rimontare dove serve in poche settimane, non nei sette mesi previsti per le casette di legno. Ma la fattibilità della proposta è ancora tutta da verificare.

 

Nelle aree devastate dal sisma continuano ad operare numerose organizzazioni di volontariato per supportare la popolazione. Ma c'è il timore che l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media si affievolisca: ora c'è bisogno di una presenza concreta e costante. Maria Carnevali ha intervistato Alberto Corsinovi, coordinatore nazionale per l'area emergenze delle Misericordie:

R. – La situazione va – pure in una situazione di distruzione e di smarrimento, ancora, da parte degli abitanti – va normalizzandosi nel senso che le strutture incominciano ormai a funzionare a pieno ritmo, in maniera più ordinata rispetto anche ai momenti della vera e propria emergenza. La vita nei campi sta assumendo una fase di maggior ordine, nel senso che ormai la vita nei campi è scandita dal momento della colazione, del pranzo, della cena, dai momenti di incontro tra volontari e popolazione assistita. Ovviamente, con un senso di grande smarrimento, soprattutto nel momento in cui i residenti guardano i loro paesi ormai ridotti a cumuli di macerie, almeno per quanto riguarda quelli da noi più direttamente assistiti nella frazione di Sant’Angelo in Amatrice.

D. – Di cosa hanno maggiore necessità i sopravvissuti in questo momento?

R. – Penso di vicinanza. Penso di supporto da parte dei volontari, da parte di coloro che con loro hanno condiviso tutte le varie fasi sin dalle prime, quelle drammatiche, del soccorso.

D. - Le scosse continuano: come vi state adoperando per sostenere le popolazioni? E’ cambiato anche il modo di soccorrerle dopo l’immediata urgenza?

R. – Sì: siamo passati da una fase di soccorso alle vittime, ai feriti, a una fase che è più di vicinanza, di accoglienza, di attenzione discreta rispetto allo scandire della vita che sta riprendendo anche in quei luoghi.

D. – A metà settembre dovrebbero ricominciare le scuole: come ci si sta muovendo?

R. – In Amatrice è già in corso la ricostruzione delle scuole da parte della Regione e della Provincia autonoma di Trento; in altre località, anche le Misericordie sono in attesa della autorizzazione, per esempio, per la ricostruzione delle scuole ad Arquata, e stiamo valutando la ricostruzione delle scuole anche ad Acquasanta. Ovviamente, è una corsa contro il tempo per consentire che fin dall’inizio dell’anno scolastico si possa dare un luogo ancorché non definitivo, ma decoroso, per la ripresa dell’attività scolastica che in quelle località significa un po’ una ripresa anche di vita.

D. – Come aiutare i bambini a ricominciare?

R. – Evidentemente, c’è tutto un lavoro che viene fatto dagli specialisti: c’è tutto un lavoro che viene fatto da figure qualificate e poi è confondersi, giocare, stare insieme a questi bambini perché il ricordo drammatico di quei momenti sia un ricordo sempre più lontano dai loro occhi e dalla loro mente.

D. – Stiamo vivendo il Giubileo degli operatori della misericordia. Come fare assaporare la misericordia alle popolazioni vittime del terremoto?

R. – Con la nostra presenza che, per quanto ci riguarda, è una presenza alimentata continuamente dallo spirito del Giubileo della misericordia, che tanti nostri fratelli e sorelle vivono con il Santo Padre ma che, evidentemente, in un ponte ideale, arriva anche qui, tra i nostri fratelli e sorelle e tra gli ospiti di Amatrice.








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