Ascoltare il grido della Terra, ascoltare il grido dei poveri. E’ quanto afferma Papa Francesco nel Messaggio per l’odierna Giornata mondiale di preghiera, di carattere ecumenico, per la cura del Creato, istituita dal Pontefice il 10 agosto del 2015. Il Papa sottolinea che è necessaria una conversione ecologica che parta dal riconoscimento dei nostri peccati contro il Creato, quindi propone una “nuova opera di misericordia”: la “cura della casa comune”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
E’ tempo di “cambiare rotta” e proteggere la Terra, nostra “casa comune”. E’ l’appello lanciato da Papa Francesco che, nel suo messaggio per la Giornata del Creato, sottolinea innanzitutto come tutte le comunità cristiane, insieme ad altre religioni, condividano la preoccupazione per il futuro del nostro pianeta.
Tutte le comunità cristiane impegnate in difesa dell’ambiente
Il Papa cita in particolare l’impegno del Patriarca ecumenico Bartolomeo, quindi,
ribadisce lo stretto legame tra “le sofferenze che affliggono i poveri e la devastazione
dell’ambente”. Ecco perché, riprende, “dobbiamo essere uniti nel dimostrare misericordia
verso la nostra casa comune”. E avverte che “non possiamo arrenderci” al degrado dell’ambiente,
spesso provocato dai nostri “comportamenti irresponsabili ed egoistici”. Francesco
indica in particolare l’aggravarsi del riscaldamento del globo e rammenta che “i cambiamenti
climatici contribuiscono anche alla straziante crisi dei migranti forzati”.
Quando maltrattiamo la terra, maltrattiamo anche i poveri
“Quando maltrattiamo la natura – scrive il Papa – maltrattiamo anche gli esseri umani”.
Francesco evidenzia dunque che gli atti di distruzione della nostra casa comune sono
dei peccati contro Dio e contro noi stessi. Di qui l’invito del Papa a riconoscere
i nostri “peccati contro il Creato” perché solo così potremo “compiere passi concreti
sulla strada della conversione ecologica, che richiede una chiara presa di coscienza
della nostra responsabilità”. Esame di coscienza e pentimento, dunque, chiede il Papa
e rammenta che anche nell’Anno Giubilare del 2000 San Giovanni Paolo II aveva invitato
i cattolici a “fare ammenda” per tanti peccati compiuti nella storia. Un invito, afferma
Papa Francesco, che fa proprio anche per questo Giubileo della Misericordia. Dobbiamo
pentirci, ribadisce, per il male “che stiamo facendo” alla Terra.
Una nuova opera di misericordia: curare la casa comune
Non solo, Francesco propone la “cura della casa comune” come una “nuova opera di misericordia”
da aggiungere ai due “tradizionali elenchi di sette opere di misericordia”. Come opera
di misericordia spirituale, spiega, la cura della casa comune richiede la “contemplazione
riconoscente del mondo”, mentre come “opera di misericordia corporale” richiede i
“semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento,
dell’egoismo”. Guardando all’attualità internazionale, il Papa chiede di “cambiare
rotta”, di non credere che i nostri “sforzi siano troppo piccoli per migliorare il
mondo”.
No a economia dominata dal profitto, impegnarsi per bene comune
Quindi, chiede di cambiare lo stile di vita, nella convinzione che “l’economia e la
politica, la società e la cultura non possono essere dominate da una mentalità del
breve termine e dalla ricerca di un immediato ritorno finanziario o elettorale”. Esse,
ammonisce, devono essere urgentemente riorientate verso il bene comune che "comprende
la sostenibilità e la cura del creato”. Un caso concreto, si legge nel Messaggio,
è quello del “debito ecologico tra il Nord e il Sud del mondo” che richiede un reale
sostegno ai Paesi più poveri per “promuovere lo sviluppo sostenibile”. Il Papa non
manca infine di elogiare l’Accordo di Parigi sul clima e l’approvazione degli Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile. E tuttavia, afferma, non solo i governi dovranno rispettare
questi Accordi ma anche i cittadini dovranno “esigere che questo avvenga, anzi che
si miri a obiettivi sempre più ambiziosi”.
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