2016-09-01 16:19:00

A Venezia presentato "Les Beaux Jours d'Aranjuex" di Wim Wenders


Presentato questa mattina a Venezia "Les Beaux Jours d'Aranjuex" di Wim Wenders: il dialogo tra un uomo e una donna apre uno squarcio sulle loro vite, che nelle immagini e nelle metafore permettono con libertà al pubblico di ritrovarsi, oltre la costrizione del tempo. Una grande prova, seppur difficile, del grande regista tedesco, che sceglie sempre con estrema cura il soggetto e gli interpreti dei suoi film. Il servizio di Luca Pellegrini

Talvolta il cinema ama il silenzio e si appaga della forza delle sole immagini. Altre, la parola sovrasta qualsiasi tipo di storia, metafora, illustrazione, e diventa l'agorà delle idee, il luogo di un pensiero. Wim Wenders è stato quasi costretto, ma per puro fascino, a seguire la strada del solo, ininterrotto dialogo - se non per alcuni interventi di musica, come una canzone cantata dallo stesso Nick Cave - quando ha preso tra le sue mani sapienti il dramma di Peter Handke "Les Beaux Jours de Aranjuez" per svilupparne un film, girato con la solita maestria che tanto si attarda sui particolari quanto su prospettive più ampie, questa volta offerte da uno splendido giardino, lontano da Parigi, nell'Île-de-France, ma con la città laggiù, sullo sfondo. Una donna e un uomo attorno a un tavolino parlano, forse evocati da uno scrittore che li guarda, o forse no, portando all'attenzione l'uno dell'altra ricordi e un bagaglio di esperienze, anche intime, costruite attorno a oggetti e situazioni particolari. "Rappresentano soltanto se stessi, una donna e un uomo, interpretati da Sophie Semin e Reda Kateb, non tutte le donne e tutti gli uomini, ma attraverso di loro molti si possono riconoscere», ha precisato il grande regista tedesco. «Specialmente la donna attraversa con le sue risposte tutta la sua vita, anche i momenti più penosi. Uno dei privilegi di questo film è far si che un dialogo tra le persone diventi possibile, e che queste riescano a far emergere l'infinità del tempo. E la sala di cinema è il solo posto rimasto sul nostro pianeta - insieme alle chiese - dove puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per pensare alla tua vita».

Wim Wenders ricorda anche con queste parole la sua esperienza di regia nel giorno dell'apertura del Giubileo della Misericordia, l'8 dicembre scorso, quando si trovava in Piazza San Pietro insieme agli operatori del Centro Televisivo Vaticano:

R. – It was an amazing occasion, but there were a lot of cameras and a lot of people …
E’ stata un’occasione straordinaria, ma c’erano tante telecamere e tante persone ed è stato come un lavoro teatrale: è stato provato a lungo, ed è stata un’occasione straordinaria perché non capita spesso che il Papa apra la Porta Santa, ed io volevo essere lì quando avrebbe aperto la Porta. E’ stata un’esperienza commovente …

 








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