La cura dei medici raggiunga i più poveri. Non ci siano scartati! Alla Fiera di Roma, il Papa si rivolge così, stamani, ai 35 mila medici di 144 Paesi, riuniti per il Congresso annuale organizzato dalla Società Europea di Cardiologia. Un incontro inedito quello di oggi, nel giorno in cui si chiude il più importante convegno dal punto di vista della prevenzione cardiovascolare. La Chiesa, ricorda il Papa nel suo discorso, sostiene la ricerca scientifica ma non bisogna manomettere le leggi impresse nella natura. Dalla Fiera di Roma, il servizio di Debora Donnini:
Grande protagonista del Congresso, il cuore è “il centro pulsante del corpo umano” che passa tra le vostre mani, “pertanto la vostra responsabilità è grande!”, dice Francesco che lo definisce “un libro della vita”. Grande entusiasmo nonostante la pioggia battente. Il Magistero della Chiesa, ricorda, ha sempre sostenuto l’importanza della ricerca scientifica per la salute delle persone:
“Anche oggi la Chiesa non solo vi accompagna in questo cammino così arduo, ma se ne fa promotrice e intende sostenervi, perché comprende che quanto è dedicato all’effettivo bene della persona è pur sempre un’azione che proviene da Dio”.
La ragione è spinta dalla fede verso una
conoscenza più ampia
Dalla passerella del grande complesso della Fiera
di Roma che, con 10 padiglioni e 500 espositori, ha ospitato questo Congresso di
portata mondiale, Francesco ricorda che la mente umana e la natura sono creature di
Dio. Quindi, lo sviluppo delle scienze filosofiche ed empiriche che servono il malato,
è un servizio importante che si inscrive nel progetto divino. Nel discorso del Papa,
centrale anche il rapporto fra fede e scienza:
“L’apertura alla grazia di Dio, fatta tramite la fede, non ferisce la mente, anzi la spinge ad andare avanti, a una conoscenza della verità più ampia e utile per l’umanità”.
Guardare l’uomo nella sua totalità, soprattutto
i più disagiati
Bisogna, però, tenere presente che lo scienziato non
è mai neutrale nella sua ricerca. Porta con sé il suo modo di essere e di pensare.
Ci vuole, quindi, una “sorta di purificazione” che allontani le tossine che avvelenano
la ragione nella sua ricerca di verità “e porti a guardare con maggiore intensità
all’essenza delle cose”. La conoscenza ha certamente bisogno di progredire trovando
risposte “sull’origine, il senso e la finalità della realtà, uomo incluso”. Ma per
questo non bastano le sole scienze naturali:
“Se si guarda all’uomo nella sua totalità – permettetemi di insistere su questo tema – si può avere uno sguardo di particolare intensità ai più poveri, ai più disagiati ed emarginati perché anche a loro giunga la vostra cura, come anche l’assistenza e l’attenzione delle strutture sanitarie pubbliche e private. Dobbiamo lottare perché non ci siano “scartati” in questa cultura dello scarto che viene proposta”.
Non manomettere le leggi della natura
Trentacinque mila gli specialisti che in questi giorni
si sono occupati di prevenzione rispetto a quella che è la prima causa di morte nel
mondo: dal contrasto ai nemici del cuore, come sedentarietà e fumo, all’importanza
delle farmacie per salvare vite e della dieta mediterranea. Ai medici il Papa ricorda
che con la loro preziosa attività contribuiscono a guarire il corpo malato ma anche
che ci sono leggi impresse nella natura che “nessuno può manomettere” ma solo scoprire
e usare “perché la vita corrisponda sempre più alle intenzioni del Creatore”:
“Per questo è importante che l’uomo di scienza, mentre si misura con il grande mistero dell’esistenza umana, non si lasci vincere dalla tentazione di soffocare la verità”.
A tutti arrivi sollievo dal dolore. In
dono Love Cross
Infine il Papa auspica che a tutti possano arrivare
“il sollievo dal dolore, una maggior qualità della vita e un accresciuto senso di
speranza”. Non ci siano scartati, ribadisce, nella pienezza della vita umana. Le note dell’Ave Maria di Astor Piazzolla concludono l’incontro
assieme alla consegna di due doni, uno stetoscopio e una croce composta da cuori realizzati
secondo il modello delle emoticon. Cross Love, la scultura in marmo, realizzata da
Michele Chiossi, riassume il senso di questa giornata: l’auspicio che la scienza si
faccia servizio e amore agli ultimi.
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