2016-08-29 15:24:00

Sisma. Renzo Piano: costruire edifici leggeri e riciclabili


Ieri, a Genova, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha incontrato il senatore a vita Renzo Piano per parlare della ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. L’architetto ha proposto edifici leggeri, vicini alle case distrutte e che si possano riciclare in seguito. Il premier, inoltre, ha scelto come Commissario alla ricostruzione, l’ex governatore dell’Emilia-Romagna, Vasco Errani. Maria Carnevali ha intervistato sulle tecniche di ricostruzione, il prof. Edoardo Cosenza della rete dei laboratori universitari di Ingegneria sismica (Reluis), che stanno dando il loro contributo scientifico nelle zone colpite:

R. – Prima bisogna vedere cosa si è conservata staticamente sicura e cosa no. Sono partiti dalle scuole, passeranno poi agli ospedali, agli edifici pubblici e poi alle singole abitazioni. Quindi, senza questa fase di conoscenza iniziale non si sa cosa va ricostruito. Certamente bisognerà aspettare e farsi un’idea precisa di che volumi sono necessari da ricostruire, cosa si può ancora riparare e rinforzare e cosa va abbattuto.

D. – Nell’incontro tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il senatore a vita Renzo Piano si è parlato di edifici leggeri, vicini e riciclabili. Con quali tecniche si possono realizzare?

R. – Si sono riferiti a edifici provvisori in legno, in attesa della ricostruzione. Perché la ricostruzione dura comunque anni. E si riferiscono a moduli abitativi provvisori in legno – che tecnicamente si chiamano “map” – e quindi certamente un materiale riciclabile. Anche gli interni e gli arredamenti verranno studiati appositamente, se questa sarà la volontà del governo per non far rimanere i cittadini in tenda. Poi, penso che si punti a ricostruire con materiali tradizionali e tecniche innovative.

D. – Come tempistiche, per realizzare questi edifici provvisori?

R. – Poche settimane o pochi mesi, perché spesso sono prefabbricati. Certamente andranno acquisiti con procedure trasparenti e quindi con procedure di gare pubbliche, seppur con i tempi minimi di legge. Oppure si possono dare i poteri commissariali. Si tratta sostanzialmente di strutture prefabbricate e sono quindi disponibili sul mercato. Ci sarà poi un minimo di lavori da fare, perché bisogna fare una sottofondazione, bisogna far arrivare i servizi acque pulite e acque nere…

D. – Come possono essere fatti in modo che siano riciclabili?

R. – Usando sia nella struttura, sia nell’edilizia generale - per il condizionamento, per l’isolamento termico, per l’isolamento acustico – sia per l’impiantistica materiali il più riciclabili possibili. Potrebbero anche essere progettati per essere smontabili e riutilizzabili in altre situazioni. Quindi, da questo punto di vista diventerebbero riutilizzabili.

D. – Come far sì che i moduli di utilizzo provvisorio scolastico siano pronti già per l’inizio dell’anno scolastico?

R. – L’inizio dell’anno scolastico è fra pochi giorni e vi sono state procedure di urgenza. Lo so, perché anche noi – come Reluis – siamo già sul campo… Bisogna accertare tutto quello che è sicuro. Bisogna fare i sopralluoghi nelle scuole per vedere quali scuole possano riaprire già adesso in sicurezza, quali possano riaprire con lavori che durano pochi giorni e quali invece sicuramente non saranno disponibili. Poi, bisogna acquisire i moduli abitativi provvisori il più rapidamente possibile e quindi suppongo che il governo voglia far usare i poteri commissariali al commissario Errani.

D. – Nell’incontro, sempre tra il presidente del Consiglio e il senatore a vita Renzo Piano, si è parlato anche di una visione internazionale. Quale contributo può arrivare dall’estero?

R. – In termini di costruzioni innovative, costruzioni in legno certamente ci possono essere contributi internazionali, così come anche nella scelta della progettazione o delle imprese di realizzazione.

D. – Come strutturare un piano per la messa in sicurezza del territorio nazionale sia per edifici pubblici che per privati?

R. – Dipende da quanto vado ad investire. La priorità deve essere date alle zone più a rischio, ma si deve dare anche una priorità strategica, che dovrebbe partire dalle scuole, dagli ospedali, gli edifici pubblici. C’è poi il grande tema degli edifici dei privati: lo Stato può intervenire con i centili…

D. – Voi, anche con il fatto che siete lì a dare il vostro sostegno, cosa proponete? Quali idee avete per la ricostruzione?

R. – La scelta è politica: quanto tempo i cittadini possono rimanere in moduli abitativi provvisori o in alberghi? Il tema è questo. A L’Aquila fu fatta la scelta, anche perché era una zona soggetta a un inverno molto rigido, di farli rimanere praticamente pochissimo e quindi si costruirono dei piccoli nuovi quartieri, un po’ impropriamente chiamati “new town”. Quindi, non c’è stata alcuna fase con cittadini in abitazioni provvisorie. Ma se si vuole ricostruire dove sono crollati gli edifici, ci vogliono anni e quindi bisogna ben essere consapevoli che i cittadini per alcuni anni dovranno vivere in moduli abitativi provvisori. La scelta è tutta qui, Ed è una scelta politica: in Italia ricostruire centri storici è difficile, perché i nostri centri storici sono pieni di vincoli architettonici.

D. – A livello tecnico-ingegneristico, si può ricostruire lì e nello stesso modo?

R. – Dal punto di vista tecnico, la risposta è sicuramente sì. Ma questa risposta non entra nel merito dei costi.








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