2016-08-28 14:00:00

Paralimpiadi di Rio: in gara anche due rifugiati


Ci saranno anche due rifugiati tra gli atleti in gara alla 15.ma edizione delle Paralimpiadi, in programma a Rio de Janeiro dal 7 al 18 settembre prossimi. Si tratta di Ibrahim al Hussein, rifugiato siriano che vive in Grecia e che nuoterà nei 50mt e nei 100mt stile libero, e Shahrad Nasajpour, iraniano riconosciuto rifugiato negli Stati Uniti che gareggerà nel lancio del disco. Ad annunciarlo, il Comitato paralimpico internazionale.

Soddisfazione dell’Acnur
Soddisfazione viene espressa dall’Acnur, l’Agenzia Onu per i rifugiati: “La partecipazione del primo team di rifugiati ai Giochi Paralimpici – si legge in una nota -  rappresenta un esempio di ciò che si può raggiungere quando i rifugiati con disabilità hanno l’opportunità di perseguire i loro sogni e mettere in campo le loro capacità”. “Mentre le persone costrette ad abbandonare le proprie case affrontano sfide e difficoltà - continua l’Acnur - le persone con disabilità sono esposte a rischi ancora maggiori perché spesso incontrano numerose barriere nell’accedere ai servizi di assistenza e quindi rischiano che i loro bisogni di protezione non trovino risposte”.

Promuovere inclusione e partecipazione dei disabili nella società
Di qui, il richiamo alla promozione di una “attiva inclusione e piena partecipazione dei disabili nella società, anche attraverso lo sport”, poiché si tratta di “un elemento chiave per assicurare loro protezione e benessere”. “Includere un Team di rifugiati nei Giochi Paralimpici – sottolinea inoltre l’Alto Commissario per i rifugiati Filippo Grandi - rappresenta anche un messaggio di sostegno per tutti i rifugiati e richiedenti asilo con disabilità nel mondo”.

Il precedente alle Olimpiadi di agosto
Da ricordare che già alle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro, svoltesi dal 5 al 21 agosto, ha partecipato una squadra di rifugiati, composta da dieci atleti. A loro, è giunto anche l’incoraggiamento di Papa Francesco che, in una lettera, li ha esortati a rappresentare “un grido di fratellanza e di pace” affinché “l'umanità comprenda che la pace è possibile, che con la pace tutto si può guadagnare; invece con la guerra tutto si può perdere”. (I.P.)








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