2016-08-26 11:46:00

Vigili del Fuoco vaticani partecipano al salvataggio di un bimbo


Facciamo di tutto per far sentire Papa Francesco vicino alla popolazione colpita dal sisma. Così il geometra Orlando Latini, coordinatore della squadra dei 6 Vigili del Fuoco del Vaticano, inviati mercoledì scorso ad Amatrice. Una vicinanza che si fa concreta non solo nel lavoro senza sosta per salvare quante più vite possibile, ma anche nel cercare di dare sostegno morale alla gente disperata. Mercoledì hanno partecipato al salvataggio di un bimbo di 3 anni, nella zona di Amatrice, che, purtroppo, ha perso i genitori e la sorellina di 10 anni. Sentiamo lo stesso Orlando Latini nell’intervista di Debora Donnini:

R. – Su questa segnalazione fatta da uno zio - un fratello del papà morto - siamo andati alla destinazione e abbiamo iniziato a lavorare. L’intervento è stato complicato: siamo stati impegnati dalle 17.15 fino alle 21.40. Il numero totale dei vigili che lavoravano su quelle due villette era più o meno di 40 unità. Ci siamo divisi i compiti: la nostra squadra, formata da sei persone, interveniva nella parte inferiore della casa. Quando il tetto è crollato, il solaio si è diviso in due e, purtroppo, nella parte più a sud, c’era la camera da letto dei genitori, mentre i colleghi nella parte nord ritrovavano il bambino. C’è stata grande soddisfazione da parte di tutti. Noi continuavamo a cercare tra le macerie e purtroppo abbiamo ritrovato i corpi senza vita della madre e del padre. La parte dove dormiva il bambino ha comunque resistito all’urto ed ha fatto sì che questo bambino si potesse salvare. Ci hanno detto che era in buone condizioni. Era ovviamente sotto shock però lo hanno subito portato in un luogo sicuro dove è stato accudito. Proprio questo ci ha dato la forza di continuare il nostro lavoro, perché poi, ovviamente, la speranza nelle prime ore di soccorso è tanta. La sorellina di dieci anni purtroppo è deceduta. Siamo stati noi a ritrovarla e ad estrarla dai massi.

D. – “Chi salva una vita salva il mondo intero”, dice il Talmud. Salvare vite umane è un aspetto centrale del vostro lavoro …

R. – Certo, noi facciamo tutto per salvare vite umane. Tutto il nostro lavoro è dedicato a salvare vite umane. Quindi, anche se c’è una piccola possibilità, noi la percorriamo fino in fondo. Noi andiamo senza paura, facciamo vedere che siamo dei valorosi, ma non è così. Siamo spinti soltanto dalla voglia di salvare vite umane. Questa è una grande forza e penso che sia la forza più grande che ogni vigile del fuoco ha. Ci mettiamo a disposizione, mettiamo a rischio la nostra vita per riuscire a salvare anche solo una vita umana in più. La prima notte che abbiamo trascorso qui ad Amatrice abbiamo riposato un’ora, ma in quell’ora nessuno di noi ha dormito perché nonostante fossimo stanchi, non vedevamo l’ora di tornare sul luogo: ogni minuto era importante soprattutto nelle prime 24 ore e se c’era una possibilità di salvare vite umane dovevamo farlo in quelle 24-48 ore iniziali. Penso sia importante provare, provare e sperare nell’aiuto di nostro Signore.

D. – Oggi continuate a scavare. Si spera ancora di trovare qualcuno vivo?

R. – Sì, sì! Noi finché siamo sul posto lavoriamo in funzione di trovare e portare in salvo persone. Finché c’è speranza, dobbiamo continuare a cercare.

D. – Voi avete portato la carezza di Papa Francesco a queste popolazioni. Avete parlato con la gente. Cosa vi dicono le persone?

R. – Troviamo persone sotto shock ovviamente, che piangono, madri, padri di famiglia disperati … In quel caso possiamo fare poco. Stiamo vicini ovviamente, cercando di portare attraverso la nostra presenza anche un piccolo aiuto morale. Noi facciamo di tutto per far sentire la vicinanza del Santo Padre alle popolazioni colpite dal terremoto.

D. – Avete portato con voi Rosari, immagini con la benedizione del Papa. Le avete date ai sacerdoti perché li diano alle persone …

R. – Sì, è così. Una delle prime indicazioni ricevute dal Santo Padre era quella di dare un supporto morale. Durante quei pochi momenti di riposo non ci risposiamo, ma andiamo dai sacerdoti, cerchiamo la gente e doniamo questi Rosari e queste immagini benedette.








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