2016-08-25 13:41:00

Sisma, Misericordie: solidarietà tra i superstiti di Amatrice


Forte e coraggioso l’impegno dei volontari. Tra loro ci sono anche le Misericordie, fino a ieri impegnate nella zona rossa e oggi nei punti di raccolta. Eugenio Murrali ha intervistato Antonella Sordelli, della Misericordia di Viterbo, che sta dando un instancabile contributo nel posto medico avanzato (pma) del campo sportivo di Amatrice:

R. – Siamo sul campo di Amatrice, che è il campo sportivo, dove abbiamo allestito una tenda di ambulatorio medico, un piccolo Posto medico avanzato (Pma) dove ci sono medici e infermieri sia per le prime emergenze, ma anche per il quotidiano, per chi ha bisogno di medicazioni, farmaci, cure da patologie croniche. In più, un mezzo della Protezione civile gira là dove chiamano, magari anche semplicemente per portare acqua, e c'è anche un’ambulanza a disposizione.

D. – Avete abbandonato il lavoro diretto sulle macerie?

R. – Sì, sì, perché ci siamo spostati qua. Quello è stato ieri, il primo giorno, appena arrivati. L’allestimento e la base ora sono qui, anche perché poi per le persone che non hanno più una casa il punto di raccolta è questo. C’è la vita quotidiana che cerca di andare avanti nel modo migliore possibile e anche la semplice febbre della bambina fa parte dell’andare avanti. Questo Pma serve a questo.

D. – Con quale spirito un volontario affronta questi momenti?

R. – Eh... sembra paradossale, ma è la volontà proprio di fare e di dare in qualche modo un aiuto agli altri. Ci sono persone che veramente sono nell’ombra, che operano più di noi e poi vivono nel cuore la tragedia: io mi riferisco ai Vigili del fuoco che fanno veramente un lavoro ammirevole. Loro sono i primi a vivere la tragedia vera e propria e molte volte il nostro supporto, di noi volontari, è rivolto a loro: vai, porti loro una bottiglia d’acqua, un sorriso, una pacca sulle spalle… E’ proprio il saper dare anche un semplice sorriso a uno che in quel momento ha la vita distrutta. Una persona che ha perso una casa, una persona cara e quindi ha perso tutto nella vita… Non so quello che puoi fare, però quello che gli puoi dare glielo dai. Non c’è un protocollo per questo …

D. – Che atmosfera si vive, in questo momento, lì nel campo?

R. – Un’atmosfera abbastanza tranquilla, tra virgolette: sono persone tutte molto umili, pacate, tranquille, cercano di fare fronte ai dolori che hanno dentro, tutti si danno da fare nel loro piccolo in qualche cosa, tutti lavorano, sanno tutti quello che devono fare: parlo di noi, delle Misericordie, parlo della Croce Rossa, della Guardia di Finanza, di qualsiasi ente che è qui, in questo momento. E la gente qui questo lo nota, lo vede perché tutti sono molto calmi, tranquilli, pacati, ti danno il buongiorno con il sorriso, cosa che neanche ti aspetti, no?, perché la situazione è triste. Eppure, vedi che anche loro vanno avanti. Penso che siano persone da elogiare per come mantengono questa tragedia dentro di loro. E’ triste…

D. – C’è qualche sensazione particolare che prova in questo momento, qualcosa che l’ha toccata nel profondo?

R. – Ho visto un’efficienza e una grande solidarietà da parte di tutti, proprio di tutti: dai cittadini, chi aiutava questo, chi aiutava l’altro... C'è una solidarietà, una tempestività, un’unione nelle forze... Hanno veramente fatto tanto e continuano a fare tanto. In questo, forse, noi italiani siamo bravi.

D. – Che lei sappia, c’è qualcosa di cui avete bisogno in questo momento, qualche genere di prima necessità che serve, che manca?

R. – Anche qui c'è una grande solidarietà da parte delle varie farmacie, per cui i farmaci arrivano in continuazione: sono velocissimi e arrivano da tutte le parti. Magari, ecco: serve l'abbigliamento invernale, presumo, perché la sera è veramente freddo e a chi ha perso tutto il giaccone o il maglione fa comodo: sicuramente sì. Gli aiuti alimentari stanno arrivando. Poi, purtroppo, non è che finirà domani, per cui man mano che arrivano si useranno. Penso però comunque che l’urgenza del momento sia l’abbigliamento: per i bambini, giacconi, piumini, cappelli, perché la sera è freddo e poi andando avanti andremo incontro all’inverno.








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