“Un pastore esemplare, nel solco del Concilio” e “un testimone dell’amore misericordioso di Dio”. Così il card. Pietro Parolin ricorda la figura di Giovanni Paolo I, alla vigilia della sua visita a Canale d’Agordo per l’inaugurazione del nuovo Museo Albino Luciani (Musal) in occasione del 38° anniversario della sua elezione al soglio pontificio il 26 agosto 1978.
La figura e il messaggio di Papa Luciani straordinariamente
attuali
In
un’intervista al quotidiano Avvenire, il segretario di Stato affronta numerosi
temi, dal terrorismo all'immigrazione, dalla situazione dei cristiani in Medio Oriente
al dialogo con la Cina. Innanzitutto, il porporato sottolinea la straordinaria attualità
della figura di Giovanni Paolo I: “Nel corso del suo breve pontificato con efficacia
egli ha messo al centro l’amore e di Dio e del prossimo e le opere di misericordia,
e ha ripercorso con i gesti e le parole le strade aperte dal Concilio nella fedeltà
al Vangelo: in particolare la povertà ecclesiale, la collegialità, come anche la ricerca
dell’unità con i fratelli ortodossi e la pace”.
Lotta contro il terrorismo: non c'è alternativa al dialogo tra le religioni
L’intervista realizzata da Stefania Falasca dà ampio
spazio all’attualità dei nostri giorni soffermandosi sull’approccio di Papa Francesco
alle odierne crisi globali. A cominciare da quella del terrorismo islamista, manifestazione
di quella “guerra a pezzi” di cui ha ripetutamente parlato il pontefice. Il Papa -
spiega il card. Parolin - insiste sul rifiuto di parlare di una guerra di religione,
perché questo è quello che vogliono i militanti dell’Isis: “Occorre evitare – sottolinea
- di cadere nella loro trappola”. Rispondendo alle critiche all’approccio dialogico
del Papa con il mondo musulmano, il Segretario di Stato ribadisce che non c’è alternativa
al dialogo: “Criticare o respingere il dialogo tra le religioni come un idealismo
ingenuo – afferma - mi sembra segno di un pessimismo esagerato ed è anche pericoloso”.
Del resto - osserva - proprio “la semplicità e il coraggio con cui il Papa propone
il primato del dialogo e dell’incontro ad aver destato in molti leader religiosi e
politici il desiderio di entrare in contatto con lui e di conoscere meglio l’azione
della Santa Sede e della Chiesa cattolica nel mondo”.
Solidalidarietà per i cristiani in Medio Oriente e misericordia e i migranti
Riferendosi poi alle martoriate comunità cristiane
in Medio Oriente, il card. Parolin rileva che “il modo cristiano di aiutarli è, innanzitutto,
quello di ricordarci di loro” e mostrare loro una “solidarietà concreta”. Solidarietà
- aggiunge a proposito del dibattito sull’immigrazione – che va rivolta anche gli
immigrati. Se infatti “è legittimo per un Paese prendere misure legali e giuridiche
per tutelare la propria identità culturale legata al cristianesimo tali misure vanno
informate allo spirito di amore e di misericordia nei confronti di ogni persona, a
partire da quelle che hanno più bisogno, senza alcuna distinzione”.
Cina: l’auspicio della Santa Sede è di vedere riconciliati i cattolici
cinesi
L’ultima parte dell’intervista affronta infine la
delicata questione del dialogo della Santa Sede con la Cina. “I contatti - afferma
- continuano con spirito di buona volontà da entrambe le parti. Alla Santa Sede sta
particolarmente a cuore che i cattolici cinesi possano vivere in modo positivo la
loro appartenenza alla Chiesa e, nello stesso tempo, essere buoni cittadini e contribuire
a rafforzare l’armonia dell’intera società cinese”. In Cina puntualizza infine il
segretario di Stato, “non esistono due Chiese differenti, una fedele al Papa e l’altra
sottomessa al Governo, ma due comunità entrambe desiderose di vivere di vivere in
piena comunione con il Successore di Pietro”. Ed è questo l’auspicio della Santa
Sede e di Papa Francesco: “vedere, in un futuro non lontano, queste due comunità riconciliarsi,
accogliersi, donare e ricevere misericordia per un comune annuncio del Vangelo, che
sia veramente credibile”.
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